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sabato 28 febbraio 2015

INTER-FIORENTINA: Le probabili formazioni del posticipo di domenica sera (ore 18:00)

Si gioca domani sera alle ore 18.00 uno fra i posticipi della 25sima giornata del massimo campionato calcistico italiano. Reduci entrambe dal positivo incontro infrasettimanale nella competizione Uefa, nerazzurri e viola sperano ancora di raggiungere la pur difficile terza posizione che porterebbe alla qualificazione Champions seppure passando dai preliminari. Distanzi 4 punti in graduatoria, milanesi e toscani non perdono nemmeno di vista anche quelle posizioni che valgono “solo” la qualificazione per la prossima EL, ma, ugualmente tenteranno di aggiudicarsi la coppa 2015 Roma, Napoli, Torino, Wolfsburg e altre permettendo.

QUI APPIANO GENTILE – I primi veri progressi legati al gioco iniziano ad emergere, soprattutto dopo aver rivisto il modulo in favore di una squadra meglio equilibrata con l’attuale 4-3-1-2. Roberto Mancini può dirsi soddisfatto per i miglioramenti della sua squadra, ma è ben conscio che ci sarà ancora molto da lavorare per riportare la Beneamata ai livelli che più le competono. All’andata con i viola fu una gara disastrosa terminata con un perentorio 3-0 in favore della compagine di Montella, ma allora alla guida dell’Inter c’era ancora Mazzarri. Non dovremmo assistere a un vero e proprio turnover per i nerazzurri e (supponiamo) anche per la Fiorentina, ugualmente impegnate nella gara di ritorno in Coppa giovedì scorso. Rispetto alla gara di ritorno in Europa League tornano a disposizione Brozovic e Podolski non compresi nella lista Uefa, con il tedesco che però è chiamato a vincere la concorrenza di Palacio per il ruolo di seconda punta. Il tecnico jesino, infine, deve risolvere alcuni rebus in difesa: riaffidarsi a Vidic in luogo di capitan Ranocchia e riproporre Santon a destra con il rientro di Dodò sulla corsia opposta? Oltre a questa fase, riteniamo confermati sia Carrizo tra i pali (Handanovic non ha riassorbito ancor al meglio il pestone subito in allenamento una settimana fa) e Shaqiri alle spalle della coppa d’attacco, nonostante l’elvetico non abbia convinto appieno nell’incontro di giovedì sera contro il Celtic. Indisponibili Nagatomo e Jonathan. 
Riepilogo formazione iniziale: Carrizo; Santon, Dodò, Vidic, Juan Jesus, Medel, Brozovic, Guarin, Shaqiri, Palacio, Icardi. Iniziale panchina, quindi, per i vari Handanovic, D’Ambrosio, Ranocchia, Campanaro, Kuzmanovic, Kovacic e Podolski. All.: R. Mancini

QUI FIRENZE - L’allenatore viola Vincenzo Montella sa più che bene che si troverà davanti un’Inter completamente diversa rispetto a quella del match di inizio ottobre, specie nella sostanza che negli interpreti. Anche lo stesso tecnico di origini partenopee deve far fronte a qualche dubbio di formazione: da verificare le condizioni di Borja Valero; con lo spagnolo sofferente per un guaio alla caviglia (malleolo). Out di sicuro saranno poi i sudamericani Basanta e Mati Fernandez, i quali hanno subito entrambi un infortuni nella gara contro il Tottenham. Si va verso la conferma del corteggiatissimo Neto a guardia della porta dei gigliati, col l’ex “aeroplanino” che partirà con il consolidato 4-3-3. Detto del portiere brasiliano, in difesa dovrebbero agire a partire dalla destra, Richards, Savic, Alonso e Pasqual; Badelj, Pizarro e Aquilani nella linea di centrocampo; Babacar, Diamanti, e Gomez in quella offensiva.
Riepilogo formazione iniziale: Neto; Richards, Savic, Alonso, Pasqual (Rodriguez), Pizarro, Badelj, Aquilani, Babacar, Diamanti, Gomez. All.: V. Montella

Arbitrerà l’incontro Davide Massa della sezione di Imperia; assistenti: Vuoto e Preti, quarto: Ranghetti; addizionali: Di Bello e Candussio. Fischio d’inizio previsto sul rettangolo di gioco del “G. Meazza” di Milano alle ore 18:00 (salvo prevista protesta delle società di calcio professionistiche che hanno inteso far slittare l’avvio delle gare della 25sima giornata di 15 minuti).

Scritto da Filippo Rattile
Foto: sportal.it

Inter-Fiorentina, gara valida per la 25esima giornata della Serie A. Ci vediamo al club!


venerdì 27 febbraio 2015

INTER-CELTIC 1-0, LE PAGELLE: I nerazzurri superano il turno e agli ottavi incontreranno il Wolfsburg

Come era in preventivo, non è stata una passeggiata di salute contro un Celtic mai domo nella gara di ritorno dei sedicesimi della Europa League 2014-2015. Alla fine, grazie anche a una innegabile supremazia nell’arco dell’intero incontro (compreso anche la gara di andata) ha meritato la squadra più forte, l’Inter. Il tour-de-force non si chiude con la vittoria di San Siro di ieri sera, visto che domenica a Milano arriva la Fiorentina di Vincenzo Montella, che all’andata ha strapazzato i nerazzurri che sulla panchina avevano il precedente allenatore. 

INTER
Juan Pablo CARRIZO 6.5 – Ermetizza la porta quando compie un intervento salva risultato sul tiro di Mackay-Steven. Salvo questa parata (non certo facile) è chiamato a gestire una normale amministrazione. Sempre comunque attento. 

Davide SANTON 7 – Sia se deve agire su una corsia o sull’altra “il bambino” ferrarese ci mette sempre molta intensità. Sua la discesa che scaturirà l’assist per la rete di Guarin. 

Andrea RANOCCHIA 6 – Spesso dalle sue parti capita un certo Guidetti; colui che verso il finale di partita di Glasgow ci costrinse al pareggio. Tenere a bada l’italo-svedese e rimanere lucido visto il momento non certo d’oro del centrale umbro è impresa non semplice. La sufficienza però la porta a casa. 

JUAN JESUS 6 – Impegnato nel compito (forse) di centellinare le energie per via dei tanti impegni ristretti in un fazzoletto di giorni, il difensore di Belo Horizonte non brilla, preferendo non fare gli straordinari. 

Danilo D’AMBROSIO 5.5 – Era reduce da un guaio muscolare, non è in condizione e lo si è visto. Sulla sua corsia capitano schegge impazzite come Mackay-Steven o Matthews che finiscono far farlo confondere (dall’80’ Hugo CAMPAGNARO sv).

Fredy GUARIN 7 – E’ il “man of the match” con una perla di raro valore scagliata al 88esimo. Non è stata una partita facile per il colombiano per via di qualche errore che rischiava di condizionarlo. La cura manciniana lo ha riportato su livelli elevati. Rinato! 

Gary MEDEL 6.5 – Benedetta sia la sua presenza in campo. Il guaio per l’Inter che non è facilmente sostituibile. Se qualcuno lo vedesse starnutire è preferibile non riferirlo a Mancini. Nel mezzo fa da degna diga ergendosi a baluardo.

HERNANES 6 – Molto efficaci i suoi assist; peccato però che via-via finisce per spegnersi un tantino anch’egli, provando però sovente la stoccata verso la rete dell’ispirato Gordon (dall’80’ Mateo KOVACIC sv).

Xherdan SHAQIRI 5.5 – Non certo la sua migliore prestazione da quando indossa il nerazzurro. Dopo il riposo concessogli a Cagliari ci si aspettava maggiore intensità. Spesso impreciso, ma siamo certi che si rifarà quanto prima. 

Mauro ICARDI 6 – Preferisce partire meno accentrato per non finire imbrigliato nella selva di gambe scozzesi. Prova più volte la conclusione e, non è detto che debba buttarla dentro ogni volta. La sua è una partita più che altro al servizio dei suoi compagni. 

Rodrigo PALACIO 5.5 – Dinamicità ma poco altro. Dopo aver vestito i panni del cecchino infallibile in Scozia si prende un’altra pausa. Le condizioni della caviglia lo mettono in una situazione guardinga, quasi a voler evitare i contrasti duri, e il Celtic non è squadra abituata a giocare di fioretto (dall’88’ George PUSCAS sv).

All. Roberto MANCINI 6.5 – L’impressione ricorrente che la gara di ieri sera ci ha fornito è stata quella di aver voluto gestire la partita senza grandi rischi, centellinando quanto più possibile le preziose energie in vista della delicata sfida contro la Viola. Il Mancio getta forse un po’ troppo presto nella mischia D’Ambrosio dopo la sua breve inattività per infortunio. Il laterale campano per forza di cosa non poteva essere in condizione. Ma, a parziale difesa del tecnico jesino vi è tutt’ora l’emergenza che vede out ben tre terzini di fascia (Nagatomo, Dodò e Jonathan). Centrato anche l’obiettivo degli ottavi nei cui incontrerà i tedeschi del Wolfsburg, ora il tecnico marchigiano sposta i suoi pensieri alla gara della sua ex Fiorentina che 13 anni fa l’ha guidata per una stagione.

CELTIC GLASGOW
Gordon 7; Matthews 6.5, Denayer 5.5, van Dijk 4, Izaguirre 5.5, Brown 5.5, Bitton 6; Mackay-Steven 6.5 (dal 39’ Ambrose 6), Johansen 6, Armstrong 5.5 (78’ Commons sv); Guidetti 5.5 (59’ Forrest 5). All. Deila 6

Scritto da Filippo Rattile

giovedì 26 febbraio 2015

INTER-CELTIC, EUROPA LEAGUE: Le probabili formazioni e le ultimissime sul match di ritorno di giovedì 26 febbraio

Non inganni lo squillante 3-3 maturato all’andata a Glasgow. Sulla carta abbordabile, la squadra scozzese del Celtic rappresenta sempre una certa incognita. Dopo aver sprecato l’occasione di mettere una ipoteca al superamento del turno, l’Inter è chiamata a vincere pur senza pretendere che sia per forza spumeggiante; l’ultima gara di campionato insegna, dove i nerazzurri hanno dovuto creare molte palle gol per spuntarla contro un Cagliari mai domo. Roberto Mancini si affiderà al “4-3-1-2” che sta finalmente portando al buon gioco e ai risultati.

QUI INTER Ai vari, Nagatomo, Jonathan, Brozovic e Podolski (questi ultimi due non inseriti nella lista Uefa) si aggiunge l’indisponibilità di Dodò per infortunio; convocato e quindi partirà dalla panchina Samir Handanovic che ha saltato la sfida col Cagliari a causa di una botta al collo del piede. Fra le certezze vi è il consolidato modulo “4-3-1-2” che pare abbia portato a una svolta anche in fatto di risultati. Tra i pali rivedremo quasi certamente l’argentino Carrizo, quindi difesa composta da Santon a destra, il rientrante D’Ambrosio a sinistra, con Juan Jesus e Ranocchia centrali; Guarin e Medel, oltre a uno da scegliere tra Kovacic, Hernanes e Kuzmanovic; con Shaqiri che torna ad occupare la posizione di trequartista alle spalle della coppia d'attacco formata da Palacio e Icardi. 

QUI CELTIC GLASGOW Il tecnico norvegese Deila sarà costretto a rinunciare ai due difensori Lustig e Mulgrew entrambi alle prese con un infortunio. Resta in dubbio il centrale belga Denayer. I biancoverdi scozzesi votati al “4-2-3-1”potrebbero ricorrere al seguente starting-eleven: Gordon tra i pali, terza linea formata da Matthews, Ambrose (oppure Denayer, se dovesse recuperare il belga), van Dijk e Izaguirre. Bitton e capitan Scott Brown agiranno nella linea mediana, con Mackay-Steven, Johansen, Armstrong sulla trequarti a supporto della punta avanzata italo-svedese Guidetti. 

RIEPILOGO DELLE PROBABILI FORMAZIONI:

INTER (4-3-1-2): Carrizo; Santon, Ranocchia, Juan Jesus, D'Ambrosio; Guarin, Medel, Hernanes (Kovacic); Shaqiri; Palcio, Icardi. A disp: Handanovic, Obi, Campagnaro, Vidic, Kuzmanovic, Kovacic (Hernanes), Puscas. All: Roberto Mancini

CELTIC (4-2-3-1): Gordon; Matthews, Ambrose (Denayer), van Dijk, Izaguirre; Bitton, Brown; Mackay-Steven, Johansen, Armstrong; Guidetti. A disp: Zaluska, Denayer (Ambrose), Scepovic, Griffiths, Henderson, Mubarak, Coomons. All: Ronny Deila

Arbitra lo slovacco Ivan Kružliak; coadiuvato dagli assistenti: Somolani e Mokoš; IV: Brendza; Addizionali: Trutz e Kralović
Fischio d’inizio previsto al “Giuseppe Meazza” in San Siro alle ore 19. 

Scritto da Filippo Rattile

mercoledì 25 febbraio 2015

Inter-Milan, trasferta a Milano

In occasione della 31^ giornata di campionato contro il Milan, il Coordinamento Inter Club Puglia sta organizzando la trasferta a Milano per assistere al derby. Chi è interessato a partecipare è pregato di dare conferma presso la nostra sede sita in Via Tenente Vitti 156 oppure presso il bar Coffee Shop sito in via Nino Bixio 283.

martedì 24 febbraio 2015

CAGLIARI-INTER 1-2: Le pagelle della trasferta sarda

Terzo successo consecutivo di campionato in un’ennesima trasferta che si annunciava piena di insidie. La vittoria conseguita al Sant’Elia nel posticipo della 24esima giornata proietta i nerazzurri in piena zona “Europa” a pari merito con le genovesi in attesa del derby che si dovrebbe recuperare in giornata (martedì 24 febbraio, ndr). Roberto Mancini opta per un mini turnover tenendo precauzionalmente a riposo, Palacio, Shaqiri, Ranocchia e Kuzmanovic. Handanovic è ancora out, stavolta per aver subito un pestone in allenamento.

Juan Pablo CARRIZO 6,5 – Alla sua prima da titolare anche in campionato ripete la buona prestazione di Coppa. Sfortunato nella carambola sul missile scagliato dall’ex Longo. 
Hugo CAMPAGNARO 5,5 – Di buono c’è che tenta di metterci intensità, sbagliando sovente quando c’è da aprire il gioco. Intervento da cartellino “arancione” nel salto in alto scomposto verso il finale.
Nemanja VIDIC 6,5 – Si è dimostrato sicuro. Pericoloso anche sganciandosi in avanti. Rossettini lo strapazza in area, ma per Mazzoleni non era rigore. Rivederlo giovedì in campo non sarebbe decisione folle. 
JUAN JESUS 6 – Sia lui che Campagnaro finiscono spesso per patire la vivacità di M’Poku e poi anche quella di Longo (il brasiliano nello specifico) nell’occasione che lo porterà al gol. Sventa però qualche minaccia. 
Davide SANTON 6,5 – Siamo certi che sarebbe titolare anche senza l’emergenza dettata dagli infortunati. L’incursore estense è come un motore diesel; ci mette un po’ per carburare, ma poi non si ferma più. 
Fredy GUARIN 6,5 – Torna in condizione piena ed ottimale a tutto beneficio delle manovre. Sente la fiducia attorno a se tanto da garantirgli lucidità anche nei contrasti. 
Gary MEDEL 6,5 – Il cileno garantisce quel filtro necessario tra i reparti. Nella fitta rete dei passaggi nerazzurri non è mai impreciso. Non auguriamogli mai un virus o un acciacco: è insostituibile. 
Marcelo BROZOVIC 6 – Meno ispirato rispetto ai suoi standard. Si limita soprattutto a contenere che a proporre. Di tanto in tanto lo rivedi anche in area avversaria. (dall’82’ HERNANES sv).
Mateo KOVACIC 6,5 – Si prende una bella rivincita per il fatto di essere stato troppo in panchina negli ultimi tempi. Non parte proprio brillantissimo, ma mette a segno a inizio ripresa una rete pesantissima che apre la strada al successo. Difficile però che parta titolare in Coppa. (dal 93’ Zdravko KUZMANOVIC sv).
Mauro ICARDI 7 – Quando è in condizione non c’è difesa che tenga. Il gol del raddoppio è una perla del suo milgior repertorio. Cerca di aiutare il compagno di reparto in evidente affanno con un lavoro di sacrificio. La gemma messa a segno al Sant’elia gli permette di raggiungere la vetta dei cannonieri. 
Lukas PODOLSKI 5 – Non inquadra mai la porta, sia se conclude coi piedi che di testa. Cincischia in piena area finendo per mancare almeno due ghiotte occasioni da rete. Involuto. (dall’81’ DODO sv).
All. Roberto MANCINI 6,5 Il mezzo voto in più è per aver consolidato il nuovo modulo tattico a tutto vantaggio dell’equilibrio fra i reparti (specie dal centrocampo in su). I cambi sono sembrati un po’ tardivi visto il calo di tenuta nella fase topica della ripresa. 

CAGLIARI: Brkic 6.5; Dessena 5.5, Rossettini 5.5, Capuano 5.5, Avelar 6, Donsah 6.5, Conti 6, Crisetig 6 (dal 72’ Ceppitelli 6), M’Poku 6.5, Cossu 5 (dal 68’ Joao Pedro 5.5), Cop 5.5 (dal 55’ Longo 6.5)
All. Gianfranco Zola 5.5 Fa quel che può. Il Cagliari patisce oltremisura le avanzate interiste gran parte del primo tempo, quasi mai dando l’impressione di reagire. La penultima posizione in classifica comincia a provocare tremarelle alle gambe. Urge trovare un’ancora di salvataggio. Di positivo c’è che il giovane Longo (proprietà Inter) con la sua prima rete in rossoblu si è sbloccato e dal quale potrebbero giungere giocate o reti decisive.

Scritto da Filippo Rattile

lunedì 23 febbraio 2015

CAGLIARI-INTER: le probabili formazioni e le considerazioni dell’ultim’ora

Stasera tocca all’Inter nel posticipo della 24esima giornata di campionato mantenere vive le ambizioni europee. Si gioca alle 21:00 sul rettangolo di gioco del “Sant’Elia” nell’omonimo quartiere cagliaritano, per cancellare il pesante passivo dell’andata (1-4 per i sardi) quando sulla panchina dei rossoblu sedeva Zeman, e su quella meneghina Mazzarri. L’attuale formazione isolana guidata da Gianfranco Zola ha cambiato radicalmente filosofia di gioco e atteggiamento tattico, tanto da rappresentare comunque un’incognita. Mister Mancini e soci sono obbligati a rivedere drasticamente determinati atteggiamenti difensivi che molto hanno fatto penare l’ambiente. Il 4-3-1-2 del Mancio non dovrebbe però presentare novità di rilievo rispetto alla gara di Glalsgow: infatti, si profila una riconferma di Carrizo fra i pali. L’assenza del portiere sloveno risiede dal fatto che Samir abbia rimediato in allenamento un pestone. Le garanzie dell’argentino sono tali e tante da non togliere il sonno al clan nerazzurro (speriamo). La difesa sarà la medesima dell’andata di Coppa, da sinistra a destra con, Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus e Santon. Nella linea mediana Brozovic rileva il serbo Kuzmanovic, che farà compagnia ai confermati Medel e Guarin. Shaqiri agirà da trequartista a supporto di Icardi e Podolski, con il tedesco che di fatto prende la posizione occupata da Palacio col Celtic (ma con il Trenza che potrebbe giocarsi le sue chance sino all’ultimo momento). Si profila ancora una volta la panchina per Kovacic, nella quale si rivedranno i vari Andreolli e D’Ambrosio, che hanno perfettamente recuperato dai rispettivi guai muscolari. Nel Cagliari che presenta in organico alcuni ex interisti, (Crisetig e Samuele Longo in Sardegna in prestito dovrebbero partire dalla panchina) è alle prese con diversi diffidati, ma che giocoforza saranno ugualmente impiegati da Zola. Proviamo ad abbozzare il probabile schieramento iniziale dei rossoblu con un 4-3-2-1: Brkic tra i pali; rispettivamente a destra e a sinistra Dessena e Avelar, con i due centrali Capuano e Rossettini; linea di centrocampo formata da Donsah, Daniele Conti ed Ekdal, con Joao Pedro e Sau alle spalle della punta più avanzata Cop, quest’ultimo favorito su Longo. Arbitrerà l’incontro Paolo Mazzoleni di Bergamo che sarà assistito da Giallatini e Pegorin, con Dobosz quarto uomo e Doveri e Ghersini assistenti addizionali. 

Scritto da Filippo Rattile

venerdì 20 febbraio 2015

CELTIC-INTER 3-3 I nerazzurri dominano per lunghi tratti; in altri torna la "pazza Inter" di sempre

Il terreno reso scivoloso dalla pioggia insieme a un tifo assordante non possono essere alibi quando hai una squadra costruita per reggere certi confronti internazionali. Il Celtic, a parte la sua dignitosa storia (una Coppa Campioni conquistata anche a nostre spese nel ‘67) vale forse meno di un nostro “Empoli” o di un “Palermo”. Ma, hanno dalla loro quel quid in più d’esperienza che li porta a diventare imprevedibili. Ed infatti riteniamo che la gara di ritorno non sarà assolutamente semplice come potrebbe sembrare a tanti. E’ la solita pazza Inter, capace di dominare la scena portandosi sul doppio vantaggio e poi trasformarsi in Wile il Coyote alle prese con Beep Beep. Una difesa inguardabile e certe flessioni non da grande squadra. I nerazzurri buttano alle ortiche una vittoria certa, ma ben sanno che a San Siro sarà tutta un’altra musica. Speriamo!

Pagelle INTER
Juan Pablo CARRIZO 6,5 Incolpevole sulle reti subite, tranne forse sul 2-2. Si oppone su altre 2-3 palle velenose. Nel complesso mostra sicurezza. 

Hugo CAMPAGNARO 5 La butta goffamente nella propria porta. Spesso in ritardo, si fa prendere dalla mediocrità che regna in difesa. 

Andrea RANOCCHIA 5 – Di tanto in tanto ci mette le fatidiche “pezze”, ma lo faqiasi sempre in maniera impacciata. La sua involuzione è preoccupante.

JUAN JESUS 6 Il mezzo voto in più è per l’intensità che ci mette. Si sgancia col piglio di chi vorrebbe sbalordire, salvo poi sbagliare tempi e assist. 

Davide SANTON 6 Se dalla sua corsia partono le maggiori offensive degli scozzesi e, se di la nascono due reti dei biancoverdi è anche per via di certe amnesie, dovute soprattutto perché mal supportato da Kuzmanoivic.

Fredy GUARIN 6 La prima frazione quasi non si vede affatto. Nella ripresa si rende utile vincendo una serie di tackle e dndo l’impressione di non affaticarsi per centellinare le energie.

Gary MEDEL 6,5 Il cileno propizia l’azione che porterà al 3-2. Solito combattente della linea mediana. La sua presenza in fase difensiva è ben più efficace degli stessi interpreti dello specifico ruolo. 

Zdravko KUZMANOVIC 6 Non è in grado di fare sia la fase di proposizione (più che dignitosa) e che quella di contenimento. Inefficace quando le offensive del Celtic partono dalla sua corsia di sinistra li dove in meno di 2 minuti confezioneranno due reti. Non upporta a dovere Santon (dal 79’DODO sv).

Xherdan SHAQIRI 7,5 Autore del gol d’apertura, avvia l’azione del 2-0 ed è il più ispirato dei suoi. La serata di grazia potrebbe regalargli anche qualche altro gol, che meriterebbe tutto. 

Rodrigo PALACIO 7 Due reti pesantissime, una grazie alla complicità del goffo Gordon. Ma il “trenza” ha il fiuto del goleador dei bei tempi e questo fa ben sperare per la corsa agli obiettivi dei nerazzurri.

Mauro ICARDI 5,5 In letargo per lunghi tratti, cerca almeno di rendersi utile con gli assist. Non sta bene (probabilmente alle prese con i postumi del virus intestinale). Compleanno e torta senza la ciliegina. (dal 75’ Mateo KOVACIC 6 Non è un ottimo momento per il giovane croato, e lo si sapeva. Non essere partito dall’inizio è sintomo dell’ennesima bocciature di Mancini, con la speranza però che non si perda del tutto). 

All. Roberto MANCINI 6 Aver pareggiato con più reti è una buona dote per la gara di ritorno. Non esente da colpe sulla scelta di proporre il 3-5-1-1 nell’ultimo quarto d’ora abbondante: oltre a rinunciare a tenere gli avversari maggiormente nella loro stessa metà campo, ha dato loro un vantaggio psicologico, quasi a volergli comunicare che li stai temendo oltremodo. Il 3-3 beffardo del 93simo è figlio di questo atteggiamento (poco manciniano). 

CELTIC GLASGOW
Gordon 5; Matthews 6,5 (dal 81’ Ambrose sv), Denayer 5,5, Van Dijk 5,5, Izaguirre 6; Brown 6, Bitton 6,5; Mackay-Steven 6, Johansen 5,5, Armstrong 6,5 (dal 75’ Henderson 6); Griffiths 5 (dal 76’ Guidetti 6,5). All. Deila 6

Arbitro: Istvan Vad 5,5 L’ungherese s’illude di arbitrare tipicamente all’inglese, ma, quando c’è da tirare fuori il cartellino lo fa scriteriatamente: non punisce molte entrata da dietro e sanziona una presunta simulazione di Shaq pressoché a centrocampo, manco si fosse buttato in piena area. Non asseconda gli scozzessi che vorrebbero metterlo su un binario di giudice “casalingo” e questo gli evita un voto più basso.

Scritto da Filippo Rattile

mercoledì 18 febbraio 2015

CELTIC GLASGOW-INTER: Le possibili formazioni e le ultimissime sull’andata dei 16.mi di finale

Si aprirà domani sera, giovedì 19 febbraio alle ore 21.05 la fase ad eliminazione diretta per l’Inter. Nell’uggioso e freddo “Celtic Park Stadium” andrà in scena la gara di andata valevole per i sedicesimi, match che rievoca uno sfortunato precedente con gli scozzesi, ovvero la finale di Coppa campioni persa a Lisbona nel 1967; decisamente altra epoca. La parziale rivincita giunse solo 5 anni più tardi, quando fu un doppio 0-0 in entrambe le gare, coi nerazzurri che la spuntarono ai rigori in semifinale, ma con la maledizione che volle l’Inter nuovamente sconfitta nella finalissima stavolta a Rottherdam contro i padroni di casa dell’Ajax di Cruijff e Neeskens.
Se Mancini terrà fede al nuovo modulo che cui i primi risultati non sta tardando ad arrivare, e fatto salvo le molteplici assenze dovute a infortuni e a giocatori non compresi nella lista Uefa (non convocabili i vari: Brozovic, Podolski, Felipe, Andreolli, Jonathan, D’Ambrosio e Nagatomo) potrebbe proporre Juan Jesus e Vidic centrali davanti al portiere Handanovic e i due laterali che sarebbero verosimilmente Dodo e Santon; centrocampo formato da Kuzmanovic, Kovacic e un tra Guarin e Medel; Shaqiri nella posizione di trequartista a supporto della coppia avanzata Icardi-Puscas; visto che Palacio continua a non essere in condizioni ottimali sempre per via dei problemi alla caviglia. Se non fosse che il tecnico jesino non conoscesse già la punta svedese d’origini italiane Guidetti (lo ha allenato al Manchester City) il resto della squadra rappresenta un po’ un’incognita per i nerazzurri. Guidati dal norvegese Ronny Deila i biancoverdi presenteranno Gordon tra i pali, mentre sulle due fasce agiranno i due laterali bassi Matthews e Izaguirre, con la coppia di centrali Ambrose e Van Dijk; il norvegese Johansen e capitan Scott Brown in mediana, con una linea di trequarti formata da Forrest e Mackay-Steven larghi, con l’italo-svedese Guidetti a supporto della punta avanzata l’irlandese Tony Stokes. Arbitrerà l’incontro l’ungherese Istvan Vad affiancato da Istvan Albert e Peter Berettyán, mentre il quarto uomo sarà László Viszokai.

Scritto da Filippo Rattile

lunedì 16 febbraio 2015

67.MA VIAREGGIO CUP: l’Inter batte la H. Verona 2-1 e si aggiudica il trofeo per la settima volta nella storia

Dopo le recenti piogge che hanno condizionato le due semifinali, e dopo aver constatato le pessime condizioni del terreno di gioco dello stadio viareggino “Dei Pini” si è deciso di far disputare la finalissima sull’impianto di Pisa “R. Anconetani - Arena Garibaldi”; certamente non il massimo per la qualità dei manto erboso gibboso a tratti, ma almeno praticabile e asciutto. Alla partita conclusiva oltre a una forte Inter di mister Stefano Vecchi ci arriva un po’ a sorpresa anche la Hellas Verona guidata dall’ex calciatore del Monopoli (stagione ‘93/’94) Massimo Pavanel. Sono i nerazzurri ad avere soprattutto il piglio del gioco e a tenere decisamente più il possesso palla, unito a un buon pressing, efficace per lunghi tratti. Gli scaligeri partono molto tesi, ed infatti vanno subito sotto al 2’ minuto: complice una fatale leggerezza difensiva (non riesce il retropassaggio di testa di un centrale veronese) mentre fulmineo si precipita sulla sfera l’accorrente Bonazzoli che con un delizioso tocco sotto di sinistro scavalca e batte l’estremo Gollini. L’Inter non è cinica al punto giusto tanto da non riuscire a mettere a segno il gol del ko. Anche se la squadra di vecchi da l’impressione di ammaestrare il risultato, nella ripresa si da coraggio quella gialloblu (oggi in casacca bianca) finendo per pareggiare un po’ a sorpresa sugli sviluppi di una punizione: la palla scodellata in area trova la deviazione di testa di Cappelluzzo che supera Radu, 1-1. L?Inter pare in un primo momento accusare il colpo tanto da apparire molle e intimorita. Intanto sarà il portiere veronese ad ergersi da protagonista, capace di sventare tutte le conclusioni degli avversari, calci piazzati compresi. L’Inter non demorde e trova finalmente la stoccata vincente: su forte conclusione di Baldini, Gollini intercetta con bravuta la sfera deviandola, ma non ha fatto i conti con l’accorrente Gyamfi che di destro scocca un secco tiro che gonfia la rete. Siamo al 88.mo ma gli scaligeri non demordono e tentano il tutto per tutto, anche con lo stesso Gollini che su punizione dalla metà campo calcia una punizione da scodellare in piena area; il suo collega fa sua la sfera e spegne le residue velleità dei ragazzi di mister pavanel. Dopo 5 minuti di recupero, l’arbitro Mazzoleni decreta la fine del match con l’intera comitiva nerazzurra che getta un urlo di gioia al cielo. Festeggia anche Roberto Mancini che ha seguito i ragazzi dalla tribuna ma che scenderà in campo per congratularsi con Vecchi e con tutta la comitiva e farsi immosralare nello scatto fotografico celebrativo. 

INTER
Radu 6 Non molto impegnato per via di una certa sterilità nelle conclusioni degli scaligeri. Non adeguatamente supportato dai suoi compagni in occasione del provvisorio pareggio di Cappelluzzo 

Gyamfi 7 Il laterale basso ghanese incarna il vero difensore moderno. Il 19enne è capace nel dialogo con Camara col quale divide la corsia di destra particolarmente attiva. Pregevole il gol che mette i sigilli alla finale 

Yao Guy 6 Si guadagna la sufficienza il costivoriano. Non c’è per la verità molto da fare nel reparto offensivo, visto che i veronesi non superano con facilità la trequarti

Sciacca 6.5 Il capitano seppur difensore a tutti gli effetti diventa un mediano aggiunto in molte occasioni. Paga oltremisura le aftiche che si porta dietro dall’inizio del torneo, stringendo i denti risultando tra i migliori come sempre

Dimarco 6 Il terzino mancino gravita già da tempo in prima squadra. La sua corsia, specie nella fase d’attacco non è particolarmente battuta dallo stesso giocatore, o per lo meno, non lo è abbastanza dalla linea dei terzini in su, a vantaggio di sovrapposizioni di altri effettivi in fase avanzata (dal 83' Miangue sv) 

Palazzi 6 E’ chiamato a dare spessore al centrocampo; non brilla molto forse perché l’acido lattico è in agguato dopo un torneo tirato e ben interpretato

Gnoukouri 6 Altro mediano di prospettive lusinghiere. L’ivoriano è chiamato a stroncare sul nascere le iniziative ospiti. Ci riesce con linearità senza strafare

Rocca 6 Diligente senza lode e senza infamia. Il 18enne di Fiorenzuola d’Arda avrebbe tutto per fare cose da grandi, però i disimpegni sono un tantino scostanti

Camara 6.5 Insieme a Gyamfi è la spina nel fianco del Verona. Si spegne un po’ soltanto dopo un’ora abbondante di gioco, senza per questo rimanere ai margini della contesa: tutt’altro.

Bonazzoli 7 Mette subito la sua firma quando la lancetta aveva da poco iniziato il secondo giro. Federico è un falco e nonostante non sia ancora maggiorenne incarna già le gesta della punta rapace delle aree. Un castiga portieri che s’aggiudica anche la speciale classifica dei cannonieri di Viareggio con 5 centri

Ventre 6 Parte più che bene ma poi paga un certo calo di lucidità. Anche nei suoi muscoli si sono fatti sentire le tossine di un torneo brillante e faticoso (dal 65' Baldini 6 L’intenzione di dare maggiore profondità all’attacco nerazzurro da i suoi frutti, anche perché Bonazzolli arretra perché soffocato dalla selva di gambe dei difensori veneti, chiusi spesso a riccio nella propria area). E’ proprio di Baldini il forte tiro che impegna seriamente Bollini e che propizierà pochi secondi dopo la rete del trionfo di Gyamfi

All. Stefano Vecchi 6.5 (per la partita finale) Quattro anni prima fu Pea a portare al successo del Viareggio la Primavera dell’Inter. Stavolta ci riesce anche l’ex calciatore di Fiorenzula e Spal. Per lunghi tratti s’intestardisce nell’insistere con il solo Bonazzoli avanzato e un gioco troppo lezioso fatto da un tiki-taka alla bergamasca. Il tecnico s’avvede di questa situazione inserendo in tempo utile Baldini, permettendo di far indietreggiare Bonazzoli per trovare maggiori spazi e per mettere scompiglio alla difesa veronese con un uomo fresco; non a caso Baldini propizia la rete del 2-1 al 43.mo della ripresa. Mancini a fine gara si va a complimentare con Stefano. Un bravo anche da parte nostra, anche perché il voto complessivo al tecnico bergamasco per il l’intero torneo è pari al 8.5; per aver saputo motivare sempre i ragazzi, per aver sapientemente dosato le forze dell’intero parco a disposizione e per aver dato spazio a un numero non esiguo di calciatori.

HELLAS VERONA 
Gollini 7.5; Tentardini 6, Boni 6, Rossi 5.5 (dal 46' Riccardi 5.5), Boateng 5.5 (dal 55’ Perini 5.5) ; Speri 5.5 (dal 65' Moretto 6), Checchin 5.5 (dal 57' Miketic 6), Guglielmelli 5.5, Bearzotti 6; Cappelluzzo 6.5, Fares 5.5

All. Massimo Pavanel 6.5 Il voto è espressamente relativo alla partita odierna, anche se il tecnico di Portogruaro meriterebbe un 8 pieno per avere portato questi ragazzi a un passo dal paradiso. La formazione dell’ex mediano biancoverde (Ac Monopoli allenato da Geretto nell’ultima annata prima della non iscrizione nel 1994) è apparsa troppo attendista per quasi un ora di gioco, ma ha il merito di saper impartire disposizioni utili e sagge in corso d’opera. Come per la formazione interista ci si augura che anche per quella scaligera si possa ammirare in futuro sui palcoscenici calcistici che contano un gran numero di questi ragazzi. Il calcio italiano per rilanciarsi ha bisogno soprattutto di loro.

Scritto da Filippo Rattile

SEGNALI DI SVOLTA PER LA BENEAMATA Sarà però opportuno non abbassare la guardia

Anche senza il goleador principe (assente Icardi perché un virus intestinale lo ha messo ko) l’Inter passeggia ugualmente a Bergamo e mette in fila 6 punti su 6 nelle ultime due partite contornate soprattutto da ben 7 reti all’attivo e una sola al passivo. Eppure ci avevano provato con le loro solite amnesie alcuni interpreti della difesa a stravolgere i piani di Mancini. Stavolta, complice anche l’espulsione di Benalouane i nerazzurri, quelli meneghini intendiamo, stravincono il derby lumbard a suon di goal. Un Guarin che impressione e brilla sempre più dopo la sfuriata sotto la curva di Reggio Emilia sembra sempre più la bellissima copia del colombiano formato girone d’andata, uomo simbolo di questa rinascita e quel quid che mancava in mezzo al campo che risponde al nome di Brozovic. La svolta è maturata soprattutto nell’approccio mentale e in gran parte dal cambio di modulo: non più una solitaria punta li davanti a sperare di intercettare e sfruttare i pochi palloni che giungevano in area, ma uno schieramento offensivo del tutto nuovo, con Shaqiri a vestire i congeniali panni del rifinitore e con due punte a schiaffeggiare la porta avversaria. Il tecnico di Jesi da autentico stratega navigato gioca a fare il pompiere per evitare facili entusiasmi. C’è da lavorare molto e anche perché, per dare un senso alla stagione bisognerà portare a casa il trofeo continentale (in primis) o centrare almeno una qualificazione in Europa League (che farebbe salvare per lo meno la faccia). Continuare su questa strada non sarà un compito facilissimo, anche per via dell’impegno europeo che cade di giovedì 19 in calendario. L’andata degli ottavi di finale da disputare a Glasgow (Scozia) ha il sapore di una rivincita datata ben 48 anni. I verdi del Celtic furono capaci di strappare l’ambita coppa con le orecchie nel lontano 1967. Dopo la non facilissima trasferta britannica (previsto freddo moderato e pioggia al “Celtic Park” situato nell’area periferica chiamata Parkead) la truppa nerazzurra sarà di scena al “San’Elia” contro il Cagliari di Gianfranco Zola, squadra sarda rivitalizzata dalla cura dell’ex calciatore di Napoli e Parma e degli stessi rossoblu. Incappare nella solita trappola della presunzione sarebbe un delitto. Più giudizioso provare a fare una gara d’attesa per sfruttare maggiormente gli spazi. Ora ci si attende tutti una lunga striscia positiva di risultati per riprendere quota e credibilità all’ambizioso progetto.

Scritto da Filippo Rattile

martedì 10 febbraio 2015

INTER: ECCO COSA FUNZIONA E COSA FUNZIONA MENO L’inventario dopo 3 mesi con il Mancini/bis

Insediatosi sulla panchina nerazzurra il 14 novembre scorso, Roberto Mancini nella sua avventurata 2.0 ha ereditato una situazione poco lineare della cui si è rimediato solo tardivamente per la chiara esigenza di voltare pagina. Se è vero che vale il detto che le squadre si costruiscono in estate e non durante il mercato di riparazione, allora è assolutamente plausibile il fatto che un certo Mazzarri abbia determinato i maggiori danni costruendo la squadra in maniera scriteriata. L’aver corretto il tiro tardivamente lascia presagire che l’attuale stagione possa essere di transizione, magari provando ugualmente a portare a casa l’ambito trofeo continentale, che altri non è che l’unico pass capace di aprire la porta dei preliminari della prossima Champions: difficile ma non impossibile. Ma, passiamo ora in visione l’attuale situazione con una sorta di inventario…

LIMONATA CHA CHA CHA
Basterà il più dei naturali rimedi per far passare certi mal di pancia?! Mah, se per limonata intendiamo uno stipendio più che raddoppiato potremmo forse lenire il fastidio che affligge Maurito e il suo procuratore Abian Morano. Icardi, a ben vedere il vice cannoniere del campionato con 13 centri, oltre che un dato anagrafico tutto a proprio vantaggio sente forte il desiderio di monetizzare la sua reale quotazione. E come dargli torto visto che guadagna molto meno di tanti suoi compagni di squadra. In questo specifico contesto non c’è congettura economica che tenga; qui, o si adeguano i compensi a chi merita o si finisce per vederli partire verso altri lidi (estero). La sensazione forte è che ci sia un rischioso margine che possa essere ceduto a luglio. Gli estimatori non mancano: Chelsea, Manchester United e Paris St. Germain su tutti. Lui funziona, anche se non esulta quando segna, ma questo è dovuto a ben altro e non certo ai mal di pancia.

FC INTERIC
C’erano già, Handanovic, Kovacic, Kuzmanovic e Vidic, tutti più o meno balcanici, tutti più o meno decisivi alla causa nerazzurra. Per uno sloveno che parte (Khrin), uno che resta (Samir), uno in transito (Belec), due serbi dalle alterne fortune, vedi alla voce Kuz e Vidic, Marcelo Brozovic è andato a infoltire la colonia croata (Mateo) finendo per diventare suo compagno di squadra anche di club. In funzione al loro rendimento, pur non sempre costante, il solo portiere di Lubiana mantiene la media voto più apprezzabile. Poche e rare le flessioni negative per il guardiano della porta interista. Di diverso tenore il rendimento degli altri ex jugoslavi: Vidic prima dell’arrivo del Mancio era un desaparecido già col trolley pronto e un biglietto aereo di ritorno per la Premier League, salvo poi veder partire l’ex tecnico toscano. Più o meno similare la posizione di Kuzmanovic; l’ex viola gode della stima dell’allenatore jesino e, seppur non un fulmine di guerra, appare utile e impiegabile per la sua duttilità e per l’esperienza internazionale maturata. Diverso il discorso per Mateo. Il ventenne nato curiosamente in Austria, dove ha mosso i suoi primi passi da calciatore, vive momenti di gloria e momenti in cui si eclissa dietro a probabili alibi dettati dal dato anagrafico. Se lui stesso ha scelto un certo numero di maglia, ambita e scomodissima numero 10, ci sarà pure una ragione. Il ragazzo ha carattere e dovrebbe una volta per tutte aiutare anch’esso il proprio allenatore a scoprire la sua vera collocazione in campo. Noi lo vediamo più come play alla Pirlo che trequartista. L’arrivo del suo connazionale avente medesimo ruolo non facilità la soluzione di questo rebus.

PASTA DEL CAPITANO
Resta da capire di che “pasta” è fatto l’attuale capitano Ranocchia e soprattutto il suo vice, il samurai di Saijo. Il centrale di Assisi lamenta ancora i postumi di un colpo rimediato durante la trasferta di Empoli, tanto che le fasce colorate di kenesio taping continuano a fargli compagnia da allora. Alla pessima prestazione di Coppa Italia ha fatto seguito una ben più rassicurante nell’ultima di campionato col Palermo che perlomeno lascia intravvedere una certa ripresa a livelli più che accettabili. Per il laterale nipponico, inceve, non giungono notizie positive. L’elongazione muscolare alla gamba destra è più grave del previsto, tanto che lo staff medico ha sentenziato un rientro in campo solo per la metà di aprile. L’infortunio di Yuto fa il paio con quelli simili occorsi a D’Ambrosio e Andreolli (i due italiani potrebbero rientrare solo nell’ultima settimana di febbraio). Questo quadro negativo che vede falcidiata la difesa potrebbe obbligare l’enturage tecnico ad attingere un nuovo elemento dalle liste dei senza contratto. In tal merito s’avanza l’ipotesi di tesserare Christian Lell, trentenne tedesco svincolatosi dal Bayern di Monaco con le ultime due stagione giocate nel Levante nella Liga Spagnola. Alternativa il coetaneo italo-brasiliano Felipe che ha recentemente rescisso dal Parma.

CILE TEMPESTOSE
Parafrasando col titolo del romanzo di Emily Bronte, il quale ispirò poi l’omonimo film, dove Cile sta per “cime” e non certo di rapa ma di alte colline, il nostro Gary Medel di “cime” ne sa’ eccome; basta ammirare le vette andine della sua madre patria. Il mediano di Santiago è fra quei giocatori nerazzurri a mantenere una certa costanza nel rendimento. Per la verità, c’è chi da lui s’aspettava anche ben altro, come voler sottolineare che sovente le aspettative ingannano il reale valore tradotto sul campo. Noi siamo fra quelli che continuano a stimarlo e a credere che col tempo non potrà che diventare sempre più uno dei punti cardini della squadra. Se fotografiamo la gara stravinta col Palermo e le manovre intraprese nel reparto di centrocampo, avremmo un quadro in cui vorremmo che gli attimi non fossero semplicemente immortalati e fini a se stessi, ma mantenuti e replicati nel tempo. Brozovic-Medel-Guarin è stato un trio incantevole, fermo restando la tenuta psicofisica costante e alle alternative, tali e tante anche per un centrocampo finalmente schierato a tre.

CAPITAN FUTURO
Fra coloro che, più o meno, mantengono alta la concentrazione vi collochiamo Juan Jesus. JJ ci sembra il prototipo del capitano ideale per l’immediato futuro; uno che ci mette sempre intensità, un giocatore che a ben guardare potrebbe vestire presto i panni (comunque scomodi) di capitan Zanetti. Il centrale di Belo Horizonte per il terzo anno in nerazzurro sta crescendo stagione dopo stagione, acquisendo quella sicurezza che pochi difensori interisti attualmente possiedono. Juan come Javier, d’altronde le iniziali sono le medesime; ma chissà quanto potrà pesare quella fascia al braccio una volta indossata, ne sanno qualcosa Yuto, Andrea, Fredy e Marco che hanno provato a incarnare le gesta dell’attuale vice Presidente. Se il brasiliano è tra quelli che stanno funzionando, se non ancora al 100%, ma che da almeno garanzie, anche i vari D’Ambriosio, Hernanes (non ancora al top l’ex laziale) ed in parte lo stesso Andreolli possono essere classificati alla voce “utili”. Di diverso aspetto è la situazione legata a Dodo, a Palacio, a Obi a Podolski e a Jonathan, sempre più oggetto misterioso. Il giovane fluidificante in prestito dalla Roma potrebbe non essere riscattato. Il brasiliano alterna cose apprezzabili a giocate inguardabili. Dalla sua parte vi è senz’altro l’aspetto legato alla sua giovanissima età. Involuzionati ci sembrano invece Obi e Palacio. Se per il “Trenza” l’alibi principale è il guaio alla caviglia, per il laterale di Lagos possiamo avanzare l’ipotesi dello scarso minutaggio. Joel ha raddrizzato un derby che sembrava mestamente perso alla sua prima del Mancio/bis, salvo poi scomparire quasi del tutto. Il tecnico lo ha provato fluidificante, ma la fase difensiva non è nelle corte del centrocampista nigeriano. Vorremmo spezzare una lancia in favore di Campagnaro, di Donkor, Bonazzoli, di Carrizo e Puscas: tutti questi effettivi corrono ugualmente e si allenano per non farsi mai trovare impreparati. Torneranno utili un po’ alla volta per rimpiazzare quelli che per il momento sembrano imprescindibili, senza trascurare il fatto che in molte altre formazioni di serie A sarebbe chi più chi meno dei titolari. Capitolo Poldy: lui è fra quelli che iniziano a far preoccupare. Il tedesco non è stato inserito nella lista Uefa e non lo si è visto più ne in Coppa Italia e ne in campionato. Se non è una parziale bocciatura cos’altro come volerla chiamare? Aspettiamolo con impazienza. L’Inter avrà bisogno anche del suo apporto.

DITUTTODIPIU’
Usato come nuovo, ma con garanzia. Dal mercato invernale è arrivata gente abbastanza motivata, compreso un cavallo di ritorno. Lo stesso Podolski per dimostrare di essere ancora un top player; Shaqiri per farsi rimpiangere da Guardiola e Santon per ribadire che era e resta nerazzurro nel dna. Positivi gli arrivi di questi ultimi ai quali si aggiunge il più che promettente Brozovic. La punta d’origini polacche ci sta facendo ricredere dopo i facili entusiasmi di gennaio. Come anticipato, se il forte laterale tedesco è stato lasciato partire senza tanti ripensamenti dai Gunners una qualche ragione c’è. Non avendolo inserito nella lista dell’Europa League (era già stato concordato fra l’allenatore e il giocatore preventivamente) non convince la critica, tanto da non trovare collocazione nemmeno in campionato oltre a non averlo impiegato neanche nel quarto di Coppa Italia. La provvisoria bocciatura manciniana potrebbe essere l’ipotesi più plausibile, in attesa di riaverlo motivato e utile alla causa.

Scritto da Filippo Rattile

lunedì 9 febbraio 2015

INTER-PALERMO 3-0, LE PAGELLE Il Guarin che non t’aspetti. Icardi il cecchino infallibile che (però) non esulta; bene un po’ tutti gli altri

I nerazzurri rivedono la luce con una vittoria conquistata con un risultato netto che gli sta anche un po’ stretto. Tre reti e potevano anche essere di più contro un Palermo annientato dai propositi dell’Inter e grazie a una determinazione senza eguali in questa stagione. Modulo di gioco cambiato e primi frutti di un lungo lavoro che solo adesso inizia a dare i suoi risultati. La speranza è quella di poter continuare su questa strada e sperare anche nello stesso approccio per la ripresa dell' Europa League. I presupposti per far bene (finalmente) adesso sembrano esserci proprio tutti.

INTER (4-3-1-2): Handanovič 6 Non particolarmente operoso perché poco impegnato, il portiere sloveno viene graziano da una goffa conclusione a un metro dalla porta di Dybala che spedisce la palla alle stelle. A Samir non resta che muoversi anche quando (quasi sempre) l’azione si svolge lontano dalla sua zona, e questo perché è l’unico metodo per ingannare il freddo della serata.
Santon 6,5 Il “Bambino” ferrarese sembra non essersi mai staccato da questi colori, tanto da apparire a tratti impeccabile. Non disdegna nemmeno la fase da ala quando Mancini spedisce in campo Campagnaro e ordina una difesa a tre. E’ nelle sue corde visto che ha iniziato la carriera da quasi punta.
Ranocchia 6,5 La metamorfosi positiva pone molti suoi detrattori (soprattutto viste le sue ultime prestazioni) in una condizione imbarazzante. Non può essere brillantissimo perché si trascina dietro dalla trasferta di Empoli un guaio al ginocchio sinistro, ma almeno pare aver imboccato la strada giusta. La traversa gli lega la gioia personale. 
Juan Jesus 6,5 Grinta da vendere e determinazione da vero “capitan futuro”. Passa per essere cattivo a giudizio di un arbitraggio piuttosto mediocre visto che si becca anche un giallo a nostro avviso esagerato.
Nagatomo 5,5 Non dimostra d’essere in condizione a riprova del suo generale momento “no”. Reduce dalla Coppa d’Asia, il samurai nipponico finisce per subire un’elongazione muscolare alla coscia destra, l’ennesimo per l’Inter nelle due ultime uscite interne (dal 36′ Dodô 6 Raggiunge la sufficienza per averci provato più volte a sfondare la trequarti avversaria. Funge da ala quando la difesa viene schierata a tre nella ultima fase della ripresa. La prossima trasferta dovrebbe proiettarlo titolare viste le defezioni per infortunio di un paio di suoi colleghi di reparto).
Guarín 7,5 La copertina, una volta tanto, spetta al centrocampista di Puerto Boyacá, capace di fare da “aspriscatole” con una rete alla Pablo Simeone. Spinge e lotta su ogni pallone giocabile, trasmette carica da vero trascinatore. Fosse sempre così sarebbe da pallone d’oro. 
Medel 6,5 Combatte per tutta la gara e non disdegna le avanzate (rare viste le sue caratteristiche difensive). Con Brozovic e Guarin sembra aver trovato maggior equilibrio a tutto vantaggio dell’economia collettiva di gioco. 
Brozović 7 Anch’egli pare trasformato dopo la non straordinaria gara del S. Paolo. E’ quel perno in più che mancava per dare spessore al reparto più delicato. Ci aspettiamo molto da lui, e con la continuità le pagelle non saranno che buone. 
Shaqiri 7 Seppur di stazza taurina, Xherdan incassa colpi a volte a dir poco proibitivi (ma l’arbitro era miope?). Lui non si scompone e lotta come un toro (appunto!). Se trova varchi può essere devastante (84′ Kovačić sv Meriterebbe una citazione per l’assist al bacio per Guarin che porterà poi alla rete del 3-0 di Maurito).
Icardi 7,5 Segna e non esulta per altrettante due volte. Sarebbe davvero un peccato perderlo in estate, per via di un ingaggio non in linea con altri big e perché le sirene estere si fanno sempre più vive, ora che la punta italo-argentina sembra diventare sempre più un cecchino infallibile. Un palo (ancora uno), gli nega una potenziale tripletta. Sappiamo per certi che si riconcilierà presto con tutti i suoi tifosi.
Palacio 6 Non è ispirato come nei bei tempi e lo si nota quando si coordina male per un colpo di testa in pienissima area. Si mette al servizio del nuovo modulo senza però strabiliare. Ricordiamo che gioca sul fastidioso problema alla caviglia che lo sta forse condizionando (dal 82′ Campagnaro sv).
Roberto Mancini 7 Chissà quante volte gli saranno fischiate le orecchie e non per via dell’arbitro; ma per tutte le volte in cui andavamo dicendo (circa un mese) che il “4-2-3-1” non si stagliava al meglio sui giocatori a disposizione. Complice anche il cambio d’atteggiamento generale e una fase offensiva meno scriteriata (il 4-3-1-2 permette a Icardi di essere molto meno isolato) a tutto vantaggio di maggior comunicazione fra i reparti. Il tecnico jesino passa sul finale a tre dietro con l’innesto di Campagnaro per Palacio, probabilmente per sperimentare lo sganciamento dei due terzini alterali.

PALERMO (3-5-2): Sorrentino 6,5; Terzi 5, González 5,5, Daprelà 5,5; Morganella 6,5 (dal 75′ Rispoli sv), Rigoni 6, Jajalo 5,5 (dal 66′ Belotti 5,5), Barreto 6,5, Lazaar 5,5 (dal 77′ Emerson sv); Vázquez 4,5, Dybala 5.
Giuseppe Iachini 5,5 Il tecnico ascolano non si aspettava forse un’Inter così determinata. Il pur buon Beppe era forse fermo all’exploite di San Siro dei suoi, ma quello contro il Milan però. A sua parziale difesa alcune defezioni che l’hanno costretto a rivedere in parte lo schieramento. Con un’Inter così pochi allenatori avversari riuscirebbero a porre rimedio in corso d’opera.

Arbitro: Guida di Torre Annunziata 5 Il fischietto partenopeo ne azzecca davvero poche. Grazia più volte Morganella già sanzionato (andava espulso sul netto fallo da dietro ai danni di Icardi) e non vede un colpo in pieno volto subito da Shaqiri (anche perché gli assistenti non sono attentissimi) lanciato sulla trequarti rosanero. Frettoloso il giallo sventolato a Juan Jesus. Guida si mette in linea alla mediocrità arbitrale che regna da qualche stagione a questa parte.

Scritto da Filippo Rattile

sabato 7 febbraio 2015

INTER-PALERMO Le anticipazioni e i probabili schieramenti in campo

Si disputa domani sera (ore 20,45) sul rettangolo verde del “G. Meazza” in San Siro la 22esima giornata di campionato, la terza del girone di ritorno. Inter e Palermo si affrontano con differenti ambizioni e contrapposte situazioni. La squadra di Mancini è chiamata a riscattare le ultime tre opache prestazioni consecutive di campionato nelle quali ha raccolta la miseria di un solo punto, il pareggio di Empoli. Archiviata la sfortunata gara del San Paolo in Coppa Italia, all’Inter corre il solo obbligo di centrare il successo con ogni mezzo, anche senza ricercare per forza il bel gioco.

QUI APPIANO GENTILE – Rientrato dalle quattro giornate di stop per squalifica, Juan Jesus sarà sicuramente uno dei centrali per domenica prossima. La tutt’altro che esaltante prestazione di Ranocchia di Coppa Italia a Napoli potrebbe suggerire al Mancio una differente soluzione. Non c’è da fantasticare più di tanto; il suo sostituto è Vidic, seppur anch’egli non brillantissimo nell’ultima uscita in campionato. Sistemata la difesa per 2/4, ci sarebbe da capire quanto opportuno sia affidarsi nuovamente a Yuto Nagatomo su una delle due corsie o proporre la coppia Santon-Dodo (Donkor è squalificato per un turno), più logica. Fermo restando un ipotetico ulteriore esperimento con 3 sulla linea mediana e le non brillanti performance di Medel e Brozovic, non si escludono colpi a sorpresa. Al tecnico jesino non dispiace Kuzmanovic seppur si sta parlando di un giocatore non mobilissimo e la conferma di Hernanes che al S. Paolo non ha affatto deluso. Rinunciare a Medel così a buon mercato sarebbe delittuoso. Ergo, perché non riproporlo in quella che è una gara da dentro o fuori?! Se così sarà disegnato il centrocampo, ossia a tre e non a due nella mediana, ecco che s’avanzerebbe la tentazione di affidarsi a un trio puro d’attacco, seppur proponendo Shaqiri a destra che punta di ruolo non lo è. La non convincente vena di Kovacic porrebbe il mister a insistere con Podolski sull’out mancino e con Icardi centroboa d’attacco. Uno sguardo adesso all’infermeria dei nerazzurri: Andreolli e D’Ambrosio, colpiti entrambi dallo stessissimo infortunio (lesione di primo grado del bicipite della gamba sinistra causata da un’elongazione) non dovrebbero tardare a ristabilirsi. Entrambi i difensori potrebbero tornare ad allenarsi seppure a parte tra una settimana e sperare di rivederli a disposizione di Mancini a partire dal penultimo weekend di febbraio. Hugo Campagnaro, invece, reduce da un affaticamento muscolare accusato una decina di giorni fa dovrebbe essere abile ed arruolabile per cui potrebbe partire dalla panchina. Mentre, Jonathan dovrebbe essere clinicamente apposto, anche se l’inattività orienterebbe l’allenatore e lo staff medico a reinserire l’italo brasiliano gradualmente sin dagli allenamenti in gruppo. Per terminare il capitolo: Palacio pare che possa dare garanzie a proposito del fastidioso problema alla caviglia. Il “trenza” continua a stringere i denti e pare che se sarà operazione di pulizia questi non potrà essere programmato se non a maggio prossimo. Questa la nostra personalissima formazione anti-Palermo (4-3-3): Handanovic (attenzione; a sorpresa non è però escluso l’utilizzo di Carrizo); Santon, Dodo, Vidic, Juan Jesus; Medel, Hernanes, Kuzmanovic (Guarin); Shaqiri, Podolski, Icardi.

QUI PALERMO – Il Palermo prossimo avversario dell'Inter al Meazza di S. Siro potrebbe non avere a disposizione la migliore formazione possibile. Qualche grattacapo di troppo per Beppe Iachini che ben ha fatto esprimere sin qui la propria squadra, portandola in una zona prossima alla qualificazione Uefa; tanto da farla apparire come una delle concrete sorprese della stagione. E’ dietro che la squadra del capoluogo siciliano ha i maggiori problemi. Alla defezione dello sloveno Andelkovic e al forzato addio di Muñoz accasatosi alla corte di Muhajlovic, giunge un’ulteriore tegola per la formazione del patron Zamparini. Infatti, anche Vitiello sostituito naturale dell'argentino finito ai blucerchiato si è fermato. L’ex terzino del Siena nella gara contro l’Hellas si è procurato una lesione muscolare di secondo grado al retto femorale. Ci vuole poco a intuire che domenica nel posticipo serale contro l'Inter, la terza linea rosanero sia tutta da inventare. A un primo inventario t’accorgi che non puoi prescindere che da questi effettivi: Sorrentino tra i pali, Daprelà, Gonzales e Terzi a formare la linea a tre; con Morganella, l’ex nerazzurro Bolzoni, Jajalo, Barreto e Laazar nel mezzo; Vasquez ed el niño de oro Dybala di punta. Per il centrocampo in preallarme anche Enzo Maresca.

Scritto da Filippo Rattile

Domenica sera al "Meazza" c'è il Palermo. Ti aspettiamo al club!


giovedì 5 febbraio 2015

COPPA ITALIA: Le pagelle di Napoli-Inter 1-0

Se si tira in ballo la malasorte non è sempre opportuno che sia per forza un alibi. Le speranze di far male al Napoli, attualmente superiore all’Inter seppure nel confronto del San Paolo i nerazzurri se la sono giocata assolutamente alla pari, si spengono sul palo colpito da Icardi e sulle gambe (mollicce) del capitano e del sue vice, misteriosamente, ma non tanto, i peggiori in campo ieri sera. Il Napoli malgrado una prestazione non strabiliante s’aggiudica il confronto con una stoccata della sua punta di diamante al 93simo. Anche l’obiettivo Coppa Italia è sfumato e ora ci si concentra soprattutto sulla Uefa, con l’obbligo e l’imperativo di andare fino in fondo. 
Qui di seguito le nostre personali pagelle…

Carrizo 6.5 L’alter ego di Handanovic fa appieno il suo dovere mostrandosi attento e preciso, tranne per qualche rara uscita scomposta. Per il resto ha trasmesso sicurezza ai suoi compagni; 
Santon 6 Il suo esordio stagionale è coinciso con una prestazione senza sbavature. Parte benone ma si spegne alla distanza a causa forse di una condizione fisica non al meglio (dal 86′ Dodò sv); 
Ranocchia 4.5 Preoccupante la sua involuzione tecnico-tattica. Spesso e volentieri in ritardo nell’uno-contro-uno e, malgrado la sua statura fisica si fa scavalcare da palloni dalla gestione apparentemente molto semplice. Perde l'ultimo confronto con Higuain che gli ruba il tempo e s'invola solitario verso Carrizo per il goal partita;
Juan Jesus 6 Non demerita visto che ci mette almeno caparbietà. Il suo rientro anche in campionato fa tirare un sospiro di sollievo vista la mediocrità lampante del reparto mostrata nelle ultimissime uscite;
Nagatomo 5 Il samurai di Saijo dovrebbe esercitarsi a lungo nei cross. Ne avesse azzeccato uno!? E’ chiaro ed evidente che, col rientro di D’Ambrosio e con l’arrivo di Santon per il laterale nipponico sarà dura trovare un posto da titolare…e vorremmo ben vedere;
Brozovic 5.5 Ci si aspettava ben altro da lui. Il centrocampista croato si è mostrato alquanto spaesato e talvolta avulso dalla manovra. Diamoli però tempo; 
Medel 5.5 Assolutamente fra le prestazioni stagionali più grigie. Troppo arretrato e incapace di far salire la squadra; d'altronde da un giocatore che ha quasi sempre giocato come difensore non puoi pretendere che faccia quello che non è nelle sue corde. Non essendo riusciti a portare altra linfa nuova nel reparto dal recente mercato di riparazione preoccupa oltremodo i tifosi;
Hernanes 6 Non fosse che in più di una circostanza s’intestardisce nel preziosismo personale piuttosto che allargare la manovra su una fascia, avrebbe meritato il voto più alto dei suoi. Mancini dovrebbe impiegarlo di più (dal 74′ Guarin 6 In un lasso temporale particolarmente esiguo ha ugualmente tentato l’impossibile. Poco prima della beffa della rete di Higuain aveva fatto correre un lungo brivido a tutti su una conclusione rabbiosa al fulmicotone, purtroppo poco precisa);
Shaqiri 6 Mobilissimo e attivo in molti frangenti ma assolutamente inconcludente. Il calciatore elvetico di ieri sera al San Paolo è l’esatta fotografia dell’Inter del momento: ossia una squadra che scende il campo con gli intenti di spaccare il mondo, ma che strada facendo si rende conto che non ha i mezzi idonei per farlo;
Puscas 6 Viene schierato a sorpresa e non delude nemmeno le attese. Il giovanotto balcanico, 19 anni ad aprile, ha fatto quel che poteva non sfigurando mai;
Icardi 6 Nelle intenzioni del tecnico jesino c’era sicuramente il fatto di far giocare più a diretto contatto con la punta sudamericana sia Shaqiri che lo stesso Puscas ma, nei fatti non è quasi mai avvenuto. Maurito soffre l’isolamento, ma mette ugualmente i brividi ad Andujar con un’azione personale, sulla quale conclusione vede sbattere la sfera sul palo. Icardi resta al momento l’unico capace di scompaginare le difese avversarie. Il rischio di perderlo in estate è (purtroppo) concreto; 
All. R. Mancini 6 Nei propositi e sulla “carta” c’era sicuramente il fatto di presentare un inedito 4-3-3 ma, come visto e come detto sopra questo quasi non si concretizza mai. L'attaccante argentino resta inesorabilmente isolato visto che da Shaqiri e Puscas pretendi che tornino a fare all’occorrenza i mediani o i terzini. Il Mancio si guadagna la sufficienza perché la squadra ieri ha mostrato almeno intensità e ci ha messo ben più cuore del solito. Supponiamo che la strada per venirne fuori sia stata tracciata e che sia quella giusta per far riprendere quota all’Inter già a partire dal prossimo impegno col Palermo e con la seria intenzione di cambiare registro in Europa League, unica ancora di salvezza per rimanere agganciati all’Europa e per dare un senso alla stagione.

Napoli: Andujar 6; Koulibaly 6.5, Albiol 6, Britos 5.5, Strinic 6.5; Gargano 6.5, David Lopez 6; Callejon 6 (73′ Mertens 6), Hamsik 6 (75′ Gabbiadini sv), De Guzman 6,5 (84′ Ghoulam sv); Higuain 7. All. R. Benitez 6 Il tecnico madridista non stravolge il suo credo tattico comandando sul campo il suo solito schieramento, ossia il collaudato 4-2-3-1. L’ex nerazzurro ricorda che nella sua pur breve avventura sulla panchina meneghina è stato capace di portare in bacheca due preziosi trofei e che non ha mai avuto parole se non quelle d’elogio nei confronti dell’ambiente interista e del suo ex presidente Moratti. Rafa sapeva del potenziale dell’Inter e che se la potesse giocare alla pari contro un Napoli, sulla carta e nei fatti, attualmente una spanna sopra i nerazzurri. Egli stesso avrà però sperimentato che l’avversaria non ha affatto demeritato e ha provato (andandoci molto vicina) a fare il colpaccio. L’entrenador partenopeo de Madrid ha differenti interpreti per far funzionare a dovere il suo modulo; capace di rivitalizzare Gargano dato sul viale del tramonto con inspiegabile sufficienza.

Arbitro Massa 5.5 La quantità di cartellini gialli non sono stati equamente distribuiti.Il fischietto di Imperia ha sentito oltremodo la pressione dei 50mila dell’impianto di Fuorigrotta e (forse) fattosi catturare emotivamente dal “Napule è” iniziale del caro Pino.

Scritto da Filippo Rattile

mercoledì 4 febbraio 2015

Europa League, ecco la lista UEFA di Mancini

Con il calciomercato che ormai è un lontano ricordo, si torna davvero a fare sul serio e per Roberto Mancini è tempo di scegliere coloro che parteciperanno alla fase ad eliminazione dell’Europa League 2014/2015; i nerazzurri infatti dovranno affrontare il Celtic nel prossimo turno ad eliminazione diretta e il tecnico di Jesi ha dovuto diramare la lista ufficiale nella serata di ieri. I prescelti sono dovuti essere 25, con la lista composta secondo i rigidi dettami UEFA; all’interno dei convocati infatti devono tassativamente essere presenti 5 giocatori formati all’interno del settore giovanile dei nerazzurri, 4 giocatori formatisi nel calcio italiano. Infine devono essere presenti anche 6 giocatori della cosiddetta “lista B giovani”. Tra i nomi, spiccano le assenze di Pablo Osvaldo, che non è riuscito a lasciare Milano in questa finestra di mercato ma che rimane comunque ai margini e quella di Lukas Podolski. Di seguito l’elenco completo:

1 Samir Handanovic
2 Jonathan
5 Juan Jesus
6 Marco Andreolli (giocatore locale A)
8 Rodrigo Palacio
9 Mauro Icardi (giocatore locale B)
10 Mateo Kovacic
13 Fredy Guarin
14 Hugo Campagnaro
15 Nemanja Vidic
17 Zdravko Kuzmanovic
18 Gary Medel
20 Joel Obi (giocatore locale A)
21 Davide Santon (giocatore locale A)
22 Dodò
23 Andrea Ranocchia (giocatore locale B)
24 Giacomo Sciacca (giocatore locale A)
28 George Puscas
30 Juan Pablo Carrizo
33 Danilo D’Ambrosio (giocatore locale B)
46 Tommaso Berni (giocatore locale B)
54 Isaac Donkor (giocatore locale A)
55 Yuto Nagatomo
88 Hernanes
91 Xherdan Shaqiri
92 Enrico Baldini (lista B giovani)
93 Federico Dimarco (lista B giovani)
94 Guy Eloge Koffi Yao (lista B giovani)
95 Davide Costa (lista B giovani)
96 Andrea Palazzi (lista B giovani)
97 Federico Bonazzoli (lista B giovani)

Fonte: urbanpost.it

COPPA ITALIA 2015 Napoli-Inter, turnover ma non troppo

Si gioca stasera al “San Paolo” di Napoli l’ultimo quarto di finale di Tim Cup edizione 2014-2015. I partenopei, detentori del titolo, dopo una stentata vittoria con l'Udinese ai calci di rigore, riceve un’Inter nel contempo arrabbiata e indecifrabile. I nerazzurri hanno eliminato negli ottavi la Sampdoria. Dopo due ko consecutivi in campionato (il primo assolutamente immeritato contro i granata), il secondo più lampante contro un ben più propositivo Sassuolo, pone la squadra di Roberto Mancini dinanzi a un obbligo di centrare il difficile passaggio di turno, dove troverebbe un’altra sua ex squadra, la Lazio di Pioli. 

QUI NAPOLI: Il tecnico azzurro Benitez potrebbe rilanciare Andujar tra i pali e Koulibaly. In difesa agirebbe con Maggio, Albiol e Strinic. A centrocampo appaiono favoriti l’ex Gargano oltre all’elvetico Inler; mentre in attacco rientrano Callejon ed Hamsik che con De Guzman potrebbero formare il terzetto alle spalle della punta argentina Higuain.

QUI INTER: Non escludiamo una staffetta fra Carrizo e Handanovic, seppur con una chance maggiore per il portiere sloveno. Nella terza linea, nonostante il freschissimo arrivo di Santon, potrebbe rivedersi Nagatomo, reduce quest’ultimo dalla Coppa d’Asia a destra, con Dodo sulla fascia opposta; il centro dovrebbe essere presidiato da Juan Jesus e uno fra Vidic e Ranocchia A centrocampo Medel e Guarin. Lo schieramento offensivo prevede cambi, non nel modulo ma negli uomini: stando a quanto si apprende, Hernanes e Brozovic potrebbero affiancare Shaqiri sulla linea della trequarti (sicuramente per dare maggior sostegno al centrocampo, in quanto trattasi di calciatori non prettamente offensivi ma di pari propensione); con Icardi punta di diamante. 

Questo il probabile schieramento speculare, cosiddetto a specchio:

NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol, Koulibaly, Strinic; Inler, Gargano; Callejon, Hamsik, De Guzman; Higuain. All. R. Benitez

INTER (4-2-3-1): Handanovic; Nagatomo, Ranocchia (Vidic), Juan Jesus, Dodò; Medel, Guarin; Shaqiri, Brozovic, Hernanes; Icardi. All. R. Mancini

Arbitro: Davide Massa della sezione di Imperia, coadiuvato dagli assistenti di linea Giallantini e Passeri; Banti quarto ufficiale.

Scritto da Filippo Rattile

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