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domenica 1 novembre 2015

INTER-ROMA 1-0: IL DOLCETTO DI MEDEL E LO SCHERZETTO DEL MANCIO A GARCIA; IL TUTTO NELLA NOTTE DI HALLOWEEN

L’85.mo confronto tra Inter e Roma si chiude con una vittoria più nella sostanza che nei dettagli numerici. Roberto Mancini studia per diventare lo spietato stratega del giuoco del calcio e veste i panni dell’apprendista stregone, proprio nella notte delle streghe. L’Inter batte una diretta concorrente (e che concorrente!) e si riprende la vetta della classifica. In mezzo a tanto inchiostro e tanto fiato spesi a spiegare i perché di certe scelte che alla vigilia a all’apparenza parevano scriteriate: Icardi in panchina e una struttura di squadra semi-rivoluzionata. Il tecnico jesino ha optato per un gioco che non dava veri punti di riferimento agli avversari. Nessun ariete preposto allo sfondamento centrale, ma una fase offensiva curata da trequartisti e/o ali dai piedi buoni e dalla buona tenuta atletica. Ha poi inserito gente che scalpitava per via di un minutaggio scarno, se non proprio nullo sino alla vigilia del match (vedesi D’Ambrosio e Yuto), con tali incursori che hanno spiazzato Garcia e i suoi prodi. Il Mancio lascia dapprima sfogare i giallorossi che non sono proprio una squadra morbida o senza il giusto cinismo, per poi ripartire a razzo in contropiede. Inter-Roma è anche la sfida tra la migliore difesa del campionato e il miglior attacco. Il calcio, però si sa, non è scienza esatta e nemmeno matematica. I veri guerrieri indossano il nerazzurro, tranne Samir che indossa il verde, ma sul modello supereroe. Murillo, Miranda e Medel (manco a farlo apposta tutti con la “M” del Mancio) ringhiano sulle schiena dei lupacchiotti, mentre Guarin con la folta schiera del blocco balcanico tutti col suffisso “ic”, Brozovic, Perisic, Ljajic e Jovetic; mentre dall’altra parte per Pjanic non è proprio giornata. 
Tutta gente di sostanza e di sicuro rendimento quando il loro condottiero li sa catechizzare al punto giusto. Il pitbull cileno colpisce alla mezzora con una sassata di rara precisione e potenza, con Szczesny che nulla può se non raccogliere il meteorite ancora incandescente dalla propria porta. Pensate che la gara sia tutta qui?..niente affatto! La Roma, da squadra vera che crede ciecamente nel tricolore non demorde e spinge come solitamente sa fare. L’ex Maicon sembra quello dei tempi meneghini, mentre Gervinho, Nainggolan e Florenzi procedono a corrente alternata, frenati dal perfetto tatticismo nerazzurro, e quando riescono a lanciarsi in area hanno sempre da fare i conti con il muro interista e con Handanovic, che non sbaglia un solo intervento. Bella Inter, stratega ed operaia, in attesa di capire fino a che punto possa tramutarsi in un caso quello legato a Icardi, e quanto sia veritiera la netta ripresa di interpreti come Kondogbia, Palacio, Nagatomo e Ranocchia, tutti, a vario titolo, messi in discussione per la loro incostanza nel rendimento. D’ora in poi, però, ci penserà sempre l’apprendista stregone marchigiano; colui che un po’ tutti avevano frettolosamente etichettato come tecnico vincente a metà. Dalla notte di Halloween in poi, sembra che la serie A non abbia ancora un vero padrone, ma ha detto anche che l’Inter insieme alla sua scrollabile pazzia può diventare la seria candita al fatidico triangolino tricolore. Chi vivrà..vedrà! 

Scritto da Filippo Rattile – foto: www.skysports.com

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