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sabato 31 gennaio 2015

CALCIOMERCATO INTER Fantasioso, ma non troppo

Fermo restando agli ultimissimi nomi caldi accostati alla causa nerazzurra (Ledesma, Dragovic, Paulinho del Livorno e lo stesso Diarra), si prevede un weekend davvero infuocato e non certo per questioni meteo vista la stagione. Il rincorrersi di voci e colpi (più o meno) a sorpresa in questa sessione di calciomercato, sta contagiando un po’ tutti i calciofili e stuzzicando fortemente le fantasie di noi interisti. Proviamo a tracciare un primo e provvisorio bilancio sulle manovre del Biscione:

ARRIVI: Podolski (a) Arsenal [prestito secco] – Shaqiri (c/a) Bayern Monaco [prestito/obbligo risc.] – Brozovic [prestito/diritto risc.] – Bonazzoli (a) Sampdoria [prestito*] 

PARTENZE: Mbaye (d) Bologna [prestito] - Bonazzoli (a) Sampdoria* - Khrin (c) Cordoba – M’Vila (c) rescissione – Osvaldo (a) rescissione - Duncan (c) Sampdoria* 

Entro la chiusura (ore 23,00) di lunedì 1 febbraio 2015, proviamo ad anticipare le prossime manovre di mercato.. 
ARRIVI: Rhodolfo (d) Gremio; Cassano (a) Parma [svincolato]; Cigarini (c) Atalanta 
CESSIONI: Donkor (d) Empoli [prestito] – Puscas (a) Bari [prestito] – 

[*] La Sampdoria ha acquisito i cartellini di Alfred Duncan (il calciatore ghanese classe ’93 già nelle fila dei blucerchiati nella stagione in corso ma di proprietà Inter sino a qualche giorno fa), e di Federico Bonazzoli, attaccante di scuola Inter nato nel 1997. L’operazione complessiva porterà nelle casse della società milanese circa 10 milioni di euro. Bonazzoli rimarrà a disposizione di Mancini fino a tutto giugno, poi andrà a Genova ma i nerazzurri hanno mantenuto il diritto di riacquisto del giocatore. 

Dovessero chiudersi così le contrattazioni all’Ata Hotel, la rosa di prima squadra dell’Inter FC risulterebbe la seguente: 
PORTIERI: Handanovic, Carrizo, Berni, Costa DIFENSORI: Ranocchia, Juan Jesus, Vidic, Dodo, Campagnaro, Nagatomo, Andreolli, D’Ambrosio, Rhodolfo, Jonathan, Sciacca, Yao Guy, Dimarco CENTROCAMPISTI: Kovacic, Guarin, Hernanes, Cigarini, Brozovic, Medel, Kuzmanovic, Obi, Camara, Palazzi, Gnoukouri ATTACCANTI: Palacio, Icardi, Shaqiri, Cassano, Podolski, Bonazzoli, Baldini – All.: Roberto Mancini - All. in 2.da Sylvinho - (Collaboratori staff tecnico: Giulio Nuciari; Fausto Salsano; José Dunqué; Ivan Carminati; Adriano Bonaiuti) 
Giocatori aggregati in 1.ma squadra: Costa, Sciacca, Yao Guy, Dimarco, Camara, Gnoukouri, Palazzi, Baldini 

Scritto da Filippo Rattile

venerdì 30 gennaio 2015


VERSO SASSUOLO-INTER Nerazzurri obbligati alla vittoria. Qui di seguito la situazione attuale

Con i nerazzurri abbonati per due anni consecutivi a un risultato tennistico, il medesimo, il Sassuolo cerca di riscattare l’umiliazione dell’ultimo 0-7 maturato all’andata quando sulla panchina dell’Inter sedeva ancora un certo Mazzarri. Cosa curiosa appare il fatto che, dopo due risultati in copia-incolla ( il 7-0 maturato il 22 settembre 2013 al “Mapei Stadium” e l’anno successivo sempre a settembre al “Meazza”), la squadra emiliana di mister Di Francesco abbia cambiato mentalità ed atteggiamento virando su risultati di tutt'altro tenore. Nella gara valevole per la 21.ma giornata, nerazzurri e neroverdi si ritroveranno nella città del Tricolore per un confronto che non parte impari come il differente blasone suggerirebbe. Molte potrebbero essere le novità in seno alla formazione interista: il sicuro rientro di Medel, il quale potrebbe addirittura essere arretrato sulla linea dei difensori viste le non perfette condizioni di Ranocchia; mentre i bene informati ipotizzano uno stop per Icardi non in un periodo brillante. Viste le tante assenze, ossia quelle di Andreolli e D’Ambrosio per infortunio, quella ipotizzata di capitan Ranocchia, di Nagatomo ancora poco idonee, e quelle misteriose di Jonathan e Campagnaro, questo autorizzerebbe a credere che il tecnico jesino possa pensare a una terza linea del tutto inedita. Ossia con il giovane Donkor a destra, Obi o Dodo su quella opposta e con i centrali Vidic e Medel, sempre che non ce la faccia a recuperare Ranocchia. Con il mediano cileno spostato in difesa, la mediana potrebbe essere presidiata da Kuzmanovic e Guarin, collaudati per minutaggio; poi la “solita” linea di trequartisti, Kovacic, Shaqiri e Palacio, con Podolski nei panni del centroboa d’area. Non c’è che dire, i dubbi e le perplessità sorgono come funghi. Più che gli uomini è il modulo che continua soprattutto a non convincere. Roberto Mancini continua a insistere con una strategia offensiva che non ha del tutto convinto, soprattutto per il 4-2-3-1. Anzi, ha deluso molto nelle ultime due uscite di campionato. La difficoltà a sfondare la linea mediana avversaria è un dato di fatto sul quale riflettere. La sola punta in area e la presenza dietro di tre elementi puramente offensivi non da le giuste garanzie. Staremo a vedere. Intanto la sessione invernale di calciomercato va esaurendosi incassando una serie vorticosa di trattative irte di difficoltà. Dopo l’arrivo di Brozovic, un centrocampista di buone prospettive che non sarà gettato nella mischia già a partire da domenica prossima, si rafforza l’esigenza di portare altre forze fresche, vedesi anche per una valida alternativa in difesa (un centrale), più un’altra pedina d’esperienza a metà campo e, perché no, una punta avanzata da alternare visti i tanti impegni su più fronti. Ad arbitrare l’atteso confronto di Reggio Emilia (domenica 1 febbraio 2015 alle ore 12,30) è stato designato il sig. Valeri della sezione di Roma. Il fischietto capitolino avrà come assistenti Costanzo e Schenone, mentre il quarto uomo sarà Passeri.

Scritto da Filippo Rattile

giovedì 29 gennaio 2015

CALCIOMERCATO INTER: Le trattative non vanno mai a dormire


Il countdown segna -4 giorni alla chiusura della sessione invernale 2015 di calciomercato. Tolta l’attuale mezza giornata, che comunque può riservare sempre qualche colpo a sorpresa, queste ultime fasi saranno quelle cruciali per vedere spostare forze fresche da questa a quella squadra. La compagine nerazzurra è impegnata a puntellare la propria rosa viste le ultimissime esigenze, sia tecniche che legate agli ultimi infortuni e, legate anche a bizze di qualche tesserato.

PARIGI BRUCIA?
Nessuna domanda via telefono del fuhrer, e nemmeno ciò che riguarda René Clement, il regista che diresse l’omonimo film. La capitale transalpina sta a indicare la città natia di “Lass” Diarra, 30 anni a marzo e maliano d’origine. Il centrocampista ex Chelsea, Arsenal e Real Madrid, svincolatosi dal Lokomotiv Mosca ad agosto ha già effettuato tutte le visite mediche per l’Inter, in attesa di capire se la sua vertenza nei confronti della società moscovita vada a buon fine, e soprattutto se si conoscerà a breve una fine. L’enturage del calciatore ha concesso all'Inter una sorta di ultimatum; ossia ancora un giorno di tempo per decidere che fare con Diarra, prima di guardarsi attorno ed eventualmente trovare una diversa sistemazione. La società nerazzurra starebbe temporeggiando per il contenzioso del calciatore nei confronti della sua ex squadra, col timore che la Fifa successivamente possa sanzionare una sua futura squadra. Mancini spinge perché la società con sede in via Durini formalizzi l'accordo triennale tra l’altro già raggiunto col francese. Le alternative non mancherebbero, e si tratta degli stessi nomi che circolano ormai da settimane: Lucas Leiva, Thiago Motta, Allan, Susic, soprattutto.

BOTTA E RISPOSTA
Mai o quasi si è mai vissuta una trattativa lampo quando di mezzo c’è l’Inter. Infatti, nemmeno per calciatori ritenuti non top player le difficoltà di chiudere positivamente trattative diventa sempre un dato di fatto. Succede che il Gremio, alla richiesta di un proprio tesserato facesse (prima) orecchio da mercante e poi facesse sempre più il furbo. In prima battuta, per riuscire a portare a casa le prestazioni di Rhodolfo, 28enne difensore brasiliano con la formula del prestito e diritto di riscatto, sarebbe apparentemente bastato mettere sul piatto 300mila euro per il prestito sino a tutto giugno 2015, per poi decidere il da farsi a luglio e nel caso di riscatto scucire una somma vicina ai 3 milioni. Niente affatto. Il Gremio ha risposto “picche” alzato l’asticella e portando la pretese economica più in alto: la società di porto Alegre ha chiesto un trasferimento di almeno 18 mesi a un costo di circa 1,3 milioni, oltre all'inserimento dell'argentino Ruben Botta, al momento in prestito al Chievo Verona.

VIDA 'O MARE
Se dovesse saltare l’accordo per il panarense Rhodolfo, ecco che ci sarebbe subito la “busta” di riserva. Riserva si fa per dire. Trattasi di un altro interessante calciatore croato, nazionale croato per essere precisi. Domagoj Vida è attualmente in forza alla Dinamo Kiev, titolare pressoché indiscusso nella Croazia di Niko Kovac. Con Kovacic e Brozovic in squadra, convincere il forte centrale di Osijek ad accettare non dovrebbe essere poi cosa impossibile. Altro nome circolato questi giorni è quello del giovane blucerchiato Cacciatori. Ma, a quanto pare si sarebbe trattato solo di un semplice sondaggio. Anche Rafael Toloi del Sao Paulo è un nome seguito, anche se a quanto sembra la società paulista avrebbe sparato una cifra poco abbordabile. 

ANCORA TU…
Il calciomercato non dorme mai durante un po’ tutto l’anno, figurarsi in questo periodo. Ed a proposito di trattative che riguardano ancora e sempre la nostra Beneamata: Osvaldo, non solo ha causato e sollevato il polverone che lo ha visto scagliarsi prima contro Icardi e poi consumare un acceso diverbio con il tecnico jesino, avrebbe mandato all’aria anche una trattativa. Roberto Mancini non ha fatto mai mistero su un calciatore del Torino e il fatto che lo vorrebbe presto allenare. Stiamo parlando di Darmian, attualmente giudicato il laterale difensivo italiano più forte in circolazione. Ragion per cui l’Inter ci ha fatto più di un pensierino per portarlo (almeno per giugno) alla Pinetina. Durante la scorsa giornata, Ausilio ne ha diffusamente parlato con il diesse granata Gianluca Petrachi. Il Toro avrebbe gradito l’inserimento dell’italo-argentino Osvaldo (…ma non dovevamo vederci più?!?) nella trattativa, ma con quest’ultimo intenzionato a declinare l’offerta perché spera di tornare nel capoluogo piemontese ma sulla sponda juventina. Di li a poco si sarebbe inserito il Napoli che sta spingendo per avere un’opzione sul terzino di Legnano. I bene informati giurano però che Matteo abbia serie intenzioni di accasarsi a Milano per la prossima estate, ma c’è da stare fortemente allerta visto il notevole ascendente che ultimamente avrebbe su moti giocatori e procuratori la SSC Napoli, specie se dovesse qualificarsi per la Champions. 

MILIK & COFFEE 
Messa decisamente in naftalina l’idea Quagliarella, ed anche quella di Destro (l’idea era di riportarlo alla Pinetina a giugno) ma che ha ufficialmente firmato per i cugini rossoneri, per l’attacco interista s’avanzano un paio di novità: non più un deciso avvicinamento ad Antonio Cassano (si sarebbe offerto alla Juve e alla Roma, incassando ancora dei secchi “no”), che lo stesso Mancini ha dichiarato di non aver mai voluto chiederne informazioni, il tecnico marchigiano vedrebbe di buon occhio come valida alternativa il semisconosciuto Milik. Arkadiusz, aitante punta polacca di quasi 21anni in forza all’Ajax, ma di proprietà del Bayer Leverkusen, farebbe volentieri da autentica controfigura a Mauro Icardi, vista la similitudine nel fisico (189 cm per 73 chilogrammi). Il roccioso attaccante ha anche un’invidiabile media realizzazione nell’attuale stagione, con 8 reti in 13 gare nel campionato dei Paesi Bassi. Intanto Mancini stringe i tempi per assicurarsi Yaya Touré per giugno. Il 31enne ivoriano ha altri 2 anni e mezzo di contratto con il Manchester City, squadra con la cui è stato allenato dal Mancio e suo grande estimatore per ben tre stagioni. 

Scritto da Filippo Rattile

mercoledì 28 gennaio 2015

CALCIOMERCATO INTER Gli ultimi aggiornamenti e i retroscena

Mai come in quest’ultima settimana di calciomercato stanno per infittirsi una serie di trattative, con un vorticoso rincorrersi di voci. Quando orma il countdown all’Ata Hotel segna orma -5 alla chiusura della sessione invernale, 
l’enturage nerazzurro ha provato a portare anticipatamente a Milano Jeison Murillo, il difensore 22enne colombiano del Granada. Purtroppo però, pare che la società iberica non sia dello stesso avviso frenando bruscamente una trattativa che sino a ieri sembrava in dirittura d’arrivo. Per il sudamericano se ne parlerà dunque a giugno. Ragion per cui l’Inter sta guardandosi attorno per tamponare subito la falla del centrale visto l’infortunio occorso ad Andreolli (1 mese di stop). Per questo Sky Sport ha fatto il punto sul mercato nerazzurro, svelando che il brasiliano Rhodolfo, 28 anni del Gremio sarebbe vicinissimo al sodalizio meneghino. L’operazione si può chiudere subito con la formula del prestito a 300 mila euro e un riscatto fissato a 3 milioni. 

C’E’ CHI VIENE… 
A fronte del già congruo numero di giocatori in entrata, ai già acclimatati Podolski, Shaqiri e Brozovic, potrebbero presto aggiungersi il brasiliano Rhodolfo (se non lui un altro centrale), un ulteriore centrocampista che non è escluso che possa essere uno tra Diarra, Thiago Motta e Lucas Leiva. Ma la rosa dei calciatori appetibili dal tecnico jesino si allarga con l’aggiunta di altri nomi: ancora per il reparto di mezzo si continua a sondare nuovamente Allan dell’Udinese; mentre per quello arretrato il laterale elvetico Widmer sempre dalla squadra friulana. Fermo restando che l’obiettivo primario per il ruolo di laterale sarebbe il granata Darmian. Sul duttile calciatore della nazionale che fa indistintamente bene ambedue le fasce, si è espresso Urbano Cairo dichiarandolo incedibile almeno in questa finestra invernale di mercato. Le ultimissime vedono un avvicinamento a Richards della Fiorentina; mentre per rimpolpare l’attacco si fa sempre più stuzzicante l’idea di rivedere in nerazzurro Antonio Cassano. Il fantasista di Bari vecchia ha rescisso col Parma e cerca di concludere l’attuale stagione in Serie A, magari alla corte di una grande. Suggestiva la strada che lo riporterebbe all’Inter, soprattutto perché Mancini cerca un sostituto di Osvaldo, ossia una punta con ben altre caratteristiche ma, se Thohir pensa di poter sobbarcarsi uno stipendio in più, e soltanto quello, dato che arriverebbe a parametro zero e che potrebbe rappresentare quella pedina capace di aprire certe difese chiuse a riccio. Per la verità, le voci su possibili nuove punte alla Pinetina stanno scemando giorno dopo giorno; quasi a voler far credere che li davanti numericamente (ma apparentemente) debbano essere a posto così. 

…C’E’ CHI VA 
L’allenatore marchigiano avrebbe frenato bruscamente sulla cessione ipotetica di Kuzmanovic, dichiarandolo prezioso per la rosa in vista della volata finale primaverile sui tre fronti. Non ha tutti i torti dato che in uscita sono segnalati M’Vila e Khrin e che il mediano serbo è facilmente adattabile in più posizioni seppur non sia un fulmine di guerra. Gli infortuni occorsi ad Andreolli e D’Ambrosio pongono la dirigenza di via Durini anche a trattenere un po’ tutti gli altri difensori in rosa, fatta eccezione di Donkor che potrebbe trovare spazio in prestito altrove (Empoli?). Mbaye si è accasato di recente a Bologna per fare altra esperienza, e lo stesso Puscas, se non dovesse entrare nel discorso legato al torneo di Viareggio anch’egli potrebbe presto essere girato in prestito. In quest’ottica si ragiona anche su altre operazioni “minori” vista l’abbondanza di giovani emergenti. Infine, su Osvaldo, irrimediabilmente fuori squadra e dato sicuro partente potrebbe tornare alla carica la Juventus e non al Milan, come vedremo fra un po’. 

MILAN MAL-DESTRO 
Dopo aver soffiato Cerci ai cugini nerazzurri, Galliani e company cercano ora di soffiare Mattia Destro che continua a tentennare. L’attaccante ascolano, forgiato proprio nelle giovanili dell’Inter FC, non rientrerebbe più nelle grazie di Rudy Garcia. Lo smacco di Ausilio e Mancini che hanno posto un veto a un possibile passaggio di Osvaldo in rossonero, ha indispettito il quartier generale di Milanello che si è inserito prepotentemente sul Destro-affair. Come anticipato sopra, Mattia tentennerebbe, forse perché sperava di poter indossare nuovamente il nerazzurro dalla prossima estate. Per tutte le altre trattative in divenire restare aggiornati sul nostro blog. 

Scritto da Filippo Rattile

martedì 27 gennaio 2015

CALCIOMERCATO INFUOCATO A 6 giorni dalla chiusura ufficiale della sessione invernale

Il calciomercato cosiddetto di riparazione altro non è che una scialuppa di salvataggio per molte squadre, più o meno costruite approssimativamente durante la fase estiva. Ed ecco che, a partire dall’autunno non si fa altro che alimentare voci, propositi e speranze e sin’anche appetiti di tifosi, atavicamente affamati di novità. Assecondare le voglie, le fantasie dei supporters e talvolta particolari capricci è diventato un difficile esercizio per molti presidenti dei vari sodalizi. Inter, Milan, Samp, Lazio per un motivo; Empoli, Chievo, Parma, Cagliari, Atalanta ed Hellas Verona per evitare l’onta della retrocessione. Ecco che, chi per un obiettivo, chi per ben altro, sono più o meno obbligati a muovere determinate quantità di materiale umano e tecnico.

DOVE STA ZAZA
Tutti vogliono il lucano, non l’amaro però, ma il pelato che fa goal. Più di tutte la Juventus che detiene la metà del cartellino, con il Sassuolo che en detiene l’altra metà. Ormai in nazionale in pianta stabile e, diventato sempre più un attaccante duttile e prolifico, l’ex calciatore di Sampdoria e Ascoli è finito nelle mire della Juve che lo vorrebbe da subito per rafforzare la già forte primalinea, specie per puntare dritto alla Champions. La società piemontese deve però mettere sul piatto almeno 7,5 milioni di euro e (soprattutto) convincere Giorgio Squinzi. L’impressione è che Simone possa restare in neroverde sino a tutto giugno prossimo.

TIRIMANCINI
La media-punti dell’era manciniana 2.0 all’Inter non strizza per niente l’occhio al tecnico di Jesi. Seppure in parte giustificata (media di 1,1 punti a partita) dal drastico cambio di gioco e dall’arrivo di pedine che abbisognano di collaudo e tempo, il tutto inizia a far spazientire critica, tifosi e patron Thohir. Quanto potrà reggere la pazienza del magnate indonesiano? Intanto, Mancini riga dritto verso la sua strada, verso un percorso corroborato da una certa convinzione e testardaggine che iniziano a spaventare un po’ tutti. L’allenatore marchigiano ci ha dato l’impressione di aver deciso di voler subire una certa situazione negativa generale che si respira nell’ambiente nerazzurro. Dal progetto per l’immediato futuro agli scricchiolii legati al caso Osvaldo, agli infortuni e all’assenza di determinate pedine per altre ragioni (vedi alla voce squalifiche, coppa d’Asia ed assenze misteriose).

MILANO VA A BERE
Un tempo, anche calcisticamente parlando era considerata “Milano da bere”. Ma, i tempi cambiano e ti accorgi che isole felici sono altre città, come Roma, Genova e Torino, con le loro rispettive sei squadre cittadine proiettate verso obiettivi credibili e stimolanti. Milano, ora va a bere… Va a bere per dimenticare il vissuto contemporaneo mortificato dai bilanci, dal fairplay finanziario e mortificato dalle contestazioni. Va a bere, per vivere di ricordi, quando il trio olandese o quello tedesco delle meraviglie faceva impazzire tutti e riempiva il Meazza in ogni settore. I tempi cambiano e certi patron sono chiamati a farsi da parte. Qualcuno lo ha capito, qualche altro ancora no. Intanto sul versante interista si parla di progetto a medio termine cotanto di proclami manciniani che proclamano obiettivo tricolori sin dalla prossima stagione (mah!...). Intanto si pensa a rinforzare e continuare l’opera rivoluzionaria tecnico-tattica, mentre sarebbe anche utile rivedere certi atteggiamenti tattici (il 4-2-3-1 non è più proponibile) caro Roberto, e certi calciatori non sono più proponibili (vedi Guarin.. vedi anche Kuzmanovic).

MERCANTI IN FIERA
Allo voce “altre” ti si apre davanti un universo. Tante e troppe sono le pretendenti a un posto al sole, ossia a quel terzo gradino che vale i preliminari di Champions, ma anche di quelle compagini che si “accontenterebbero” di centrare il traguardo meno nobile, quella della EL. Se, la stessa Inter, il Milan, Samp, Fiorentina e soprattutto Lazio e Napoli puntano tutte le loro carte sulla conquista della terza piazza, un pensierino lo stanno facendo anche (e perché no) Palermo e Torino. Le due capitoline e il Napoli mirano, e lo stanno già facendo o l’hanno già fatto in sede di mercato invernale, di puntellare l’organico o alleggerire il carico in rosa. Il diesse giallorosso Sabatini è chiamato a capire cosa Garcia voglia farne di un certo Destro e se lo voglia al limite sostituirlo numericamente già tramite l’attuale finestra di calciomercato. Non nell’immediato ma in estate, Mattia da Ascoli Piceno è già stato accostato alle milanesi, ma ci sarebbe da battere la concorrenza che viene dall’estero. Per altri motivi e con il pide-de-Bari sul mercato per volere personale, molte stanno avanzando ipotesi. Fosse per lo stesso Cassano, giureremmo che tornerebbe a Milano a piedi, specie sulla sponda nerazzurra. Ma, su Antonio ci sono gli occhi di molte altre società: Samp, Juventus e anche seppur suggestiva Bari.

DISCHI CALDI
E come si usava dire decenni fa per motivi di classifiche musicali, ecco una carrellata secca di trattative in via di definizione:
Borriello dalla Roma al Genoa; Konoplyanka dal Dnipro alla Roma; Bellomo dal Chievo al Bari; Pepin dal Malaga alla Roma; Bergessio dalla Sampdoria alla Lazio; Munoz dal Palermo al Milan, Sturaro dal Genoa alla Juventus; Pasini dalla Pistoiese al Carpi; Murillo dal Granada all’Inter; Perica dal NAC Breda all’Udinese; Pavoletti dal Sassuolo al Cagliari, Perea dal Perugia alla Lazio; Gillet dal Torino al Catania; Luiz Adriano dallo Shaktar alla Roma; Kuzmanovic dall’Inter all’Amburgo; Diarra dal Lokomotiv Mosca all’Inter; Spinazzola dall’Atalanta al Modena; Mattiello dalla Juventus al Chievo; Kone dall’Udinese al Torino; Gatto dall’ Hellas Verona al Pordenone; Acquah dal Parma al Torino; Longo dal Cagliari al Sassuolo.

Scritto da Filippo Rattile

lunedì 26 gennaio 2015

QUALE ALTRO “MALE” OSCURO ALEGGEREBBE DALLE PARTI DI SAN SIRO?

L’Inter perde con il Torino e perde i già pochi italiani in squadra. Gli esami clinici e strumentali per Marco Andreolli e Danilo D'Ambrosio effettuati questa mattina, hanno evidenziato per entrambi i difensori nerazzurri, una lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia sinistra. Per i rispettivi recuperi si può ragionare in termini di almeno 2 settimane nella migliore delle ipotesi, di circa un mese in quella peggiore. Con altre situazioni poco chiare (rientro anticipato di Nagatomo dalla Coppa d’Asia; del rientro dopo diversi mesi di Jonathan), a queste soluzioni interne non attuabili con certezza, vista l’assenza per squalifica di Juan Jesus, si potrebbe pensare a ricorrere al mercato invernale che chiuderà la propria sessione il giorno 2 febbraio prossimo, magari facendo anticipare l’arrivo del colombiano Jeison Murillo tuttora un calciatore della Liga Spagnola (Granada), o un’operazione più suggestiva che vedrebbe l’arrivo di Darmian quale nuovo innesto per le fasce; discorso più fattibile per la finestra estiva di mercato. Con due centrali out, a Reggio Emilia (contro il Sassuolo), giocoforza Mancini sarà obbligato a ricorrere all’utilizzo di Vidic e Ranocchia e, forse, a proporre una sorta di difesa a tre con l’aggiunta di Campagnaro, sempre che l’ex Napoli non sia già con le valigie pronte. La soluzione con tre centrali dietro obbligherebbe il tecnico marchigiano a ridisegnare il centrocampo, anzi, a snaturarlo. Per questa ragione potrebbe rimediare con i soliti 4 posizionati in terza linea (Campagnaro, Vidic, Ranocchia e Dodo); con una mediana formata dal rientrante Medel (attuale panacea per quella zona di campo), e uno fra Kuzmanovic e Guarin, ma non è escluso che si possa buttare nella mischia il neo arrivato Brozovic. Se non dovesse insistere con una trequarti a 3 e con il solitario Icardi li davanti, Mancini potrebbe tentare qualcosa di diverso. Per ipotesi: Kovacic play puro alle spalle di tre figure prettamente offensive, ossia Shaqiri, Podolski (o Palacio) e Icardi, formando così una sorta di 4-3-3. Ma, come anticipato nel precedente editoriale di questo blog, noi non ci chiamiamo ne Roberto, e ne tantomeno Mancini.

Scritto da Filippo Rattile

LE PAGELLE DI INTER-TORINO Handa, Shaq e Andreolli i soli a salvarsi nella mediorità generale

Sognanti per i colpi di mercato e poi improvvisamente ripiombati coi piedi per terra. Mai risveglio è stato più traumatico come quello odierno. Non abituati a nasconderci, tanto meno dietro a un dito, anche dopo una prestazione grigia come quella di oggi contro il Torino desideriamo esprimere il nostro parere, analizzando soprattutto attraverso le nostre personali pagelle, cosa ha funzionato (poco) e soprattutto quello che non ha funzionato. Gli scricchiolii di un certo malessere l’avevamo ampiamente segnalati con l’analisi delle precedenti partite. Nella gara contro il Torino, semmai, sono venute alla luce pecche e limiti vistosi dei nerazzurri che si perpetuano sin dall’era di Mazzarri.

Handanovic 6 I granata tirano due sole volte nello specchio della porta. Una volta con Molinaro in cui il portiere sloveno non si fa sorprendere, e la seconda con Moretti che deposita di testa in rete al 94esmo, con Samir esente da colpe

D’Ambrosio 5,5 Con le non ideali condizioni fisiche di Dodo, ci si aspettava che il tecnico jesino mettesse il laterale campano sulla fascia sinistra. Non è particolarmente brillante su quella di destra l’ex di turno che si becca anche un giallo (dal 56’ Shaqiri 6 Non poteva da solo trasformare un brutto anatroccolo, ossia l’Inter odierna in un bel cigno, non oggi. Il laterale elvetico tenta di dare quel cambio di ritmo non riuscito ai suoi compagni, ed in parte ci riesce)

Vidic 6 E’ tra i pochissimi a rimanere lucido in determinate giocate. Mancava solo che fosse stato chiamato più spesso a sganciarsi; ma di palle inattive non se ne son viste di numero sufficiente

Andreolli 6 Con Joel Obi schierato a sinistra come “presunto” fluidificante, ma che di fatto vede schierati i nerazzurri a tre dietro, obbliga sovente all’ex clivense ad allargarsi per seguire l’avversario di zona. Positivo senza lode sino all’elongazione degli adduttori che lo costringono ad uscire (dal 44’ Ranocchia 5,5 Si mostra spesso impacciato o forse perché non al top della condizione dopo il mezzo acciacco accusato ad Empoli)

Obi 5 A sorpresa viene catapultato dal 1’ di gioco in una posizione alquanto ibrida. Se Mancini intendeva tenere quanto più dietro possibile il laterale granata di turno non ha fatto i conti su un giocatore disabituato al ritmo gara. Avremmo visto meglio D’Ambrosio su quella fascia con l’innesto a destra del più collaudato Campagnaro, il quale non siede nemmeno in panchina

Guarin 5,5 Il grande incompiuto del calcio internazionale. Irritante in diversi frangenti, quando, è più semplice aprire la manovra cercando e servendo un compagno lungo un out che intestardirsi in improbabili giocate per vie centrali. Anch’egli cerca senza successo le verticalizzazioni (queste sconosciute!!), fallendo spesso l’assist e rifugiandosi in giocate più comode ma infruttuose

Kuzmanovic 5,5 L’avevamo detto con largo anticipo che l’assenza di Medel per squalifica era una brutta tegola per l’economia di uno già deficitario centrocampo. Chiedere la Luna a un calciatore che a malapena è in grado di fare da cicerone in una squadra di medio-basso livello è quanto di più fuori luogo per una presunta squadra che vuole essere grande per il nome che porta

Podolski 5,5 Evitiamo d’essere più cattivi coi voti, specie per uno che deve ancora ambientarsi. Ma, la punta tedesca non è riuscita nell’intento di incidere, tanto che la sua presenza è risultata alla fine ininfluente (dal 66’ Donkor 5,5 Tenta di mettersi al servizio mostrarsi operoso e duttile; finisce però per essere una presenza neutra, se non solo in copertura. Tentare per tentare, sarebbe stato più saggio aggiungere un’ulteriore spina nel fianco (ad esempio Bonazzoli) e far arretrare uno fra Kuz oppure Obi)

Kovacic 4,5 Se non è stata la sua peggiore performance da quando è in Italia poco ci manca. La sua posizione in campo (a volte) suona come un equivoco tattico, nel senso che, non sai se è più utile per costruire gioco mettendolo più dietro o chiedendogli di dare profondità o sfondare egli stesso in prima persona

Palacio 5 Possiamo certamente affermare che, viste le sue non perfette condizioni fisiche adatte alla resistenza o alla corsa, sarebbe stato più intelligente se fosse stato spostato più avanti di posizione e non schierato da trequartista anche nella ripresa; ma noi non ci chiamiamo Roberto Mancini

Icardi 5,5 Il mezzo voto in più è presto giustificato: la punta argentina non ha tutte le responsabilità se la squadra è inconcludente verso la porta; perché è malservito e perché è troppo solo in area

Roberto Mancini 5 Se ad Empoli la squadra è stata messa sotto scacco da un’avversaria intraprendente, contro l’evanescente Torino aveva solo il compito di cercare di sfondare in area con giocate alternative rispetto alle solite viste per l’occasione. I passi avanti compiuti contro Juve e Genoa (ed in parte in Coppitalia con la Samp) sono stati maledettamente vanificati dai preoccupanti passi da gambero nelle ultime due uscite di campionato. Urge sperimentare un differente modulo in avanti, magari provando ad affiancare un’altra punta di ruolo ad Icardi in piena area e provare con due pedine nella trequarti e non tre. Insistere così com’è oggi lo schieramento non sarebbe secondo noi fruttuoso.

TORINO: Padelli 6; Maksimovic 6 (dal 81’ Bovo sv), Glik 6, Moretti 6,5; Darmian 6, Benassi 6, Gazzi 6, Farnerud 5 (dal 66’ El Kaddouri 5,5), Molinaro 6; Quagliarella 5, Martinez 5,5 (dal 58’ Maxi Lopez 6,5). All. Giampiero Ventura 6 La sua squadra si è chiusa a riccio ad oltranza, mettendo seriamente in crisi la manovra nerazzurra. Solo in questo modo sarebbe uscita da San Siro con un punto guadagnato; ma la dea bendata si è spinta sin’anche oltre, regalandole qualcosa in più. Nonostante un non ispiratissimo contropiede, il Torino si prende l’intera posta in palio con l’acuto di Moretti giunto al 94esimo…troppa grazia oppure solo fattore “c”?

Scritto da Filippo Rattile

sabato 24 gennaio 2015

Domani al "Meazza" c'è il Torino. Ti aspettiamo al club. Forza Inter!!!

PROBABILI FORMAZIONI

Inter (4-2-3-1): Handanovic; Campagnaro, Andreolli, Vidic, D'Ambrosio; Guarin, Kuzmanovic; Shaqiri, Palacio, Podolski; Icardi. All. Mancini

Squalificati: Juan Jesus, Medel

Indisponibili: Nagatomo, Ranocchia

Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Darmian, Vives, Gazzi, Farnerud, Molinaro; Quagliarella, Maxi Lopez. All.: Ventura

Squalificati: Bruno Peres

Indisponibili: Barreto, Bovo

venerdì 23 gennaio 2015

IL NAPOLI, PROSSIMO AVVERSARIO DELL’INTER IN COPPA ITALIA, VISTO DA NOI

Se decidessimo di tirare in ballo la conduzione arbitrale rischieremmo di far passare in secondo piano la gara nei suoi dati puramente tattici e agonistici. Napoli e Udinese, nell’ultimo ottavo valido per la Coppa Italia andato in scena ieri sera, se la sono giocata alla pari, con gli ospiti che sono usciti dal campo sconfitti (solo ai rigori finali) ma assolutamente senza averci almeno provato. Determinate scelte di Orsato hanno fatto storcere il naso ma, purtroppo, il calcio italiano di questo ne è abituato. Sotto l’aspetto tecnico, il turnover voluto da Benitez ha messo in luce molti limiti delle seconde linee azzurre. Dal grigiore collettivo dei partenopei si salvano in pochi: Mesto (non certo per via del campanilismo), il neo arrivo Strinic e a tratti Hamsik e Gargano. Il tira e molla con De Laurentis sulla questione scadenza del contratto, sta forse pesando oltremodo sulla serenità del tecnico iberico. L’ex allenatore di Inter e Liverpool preferirebbe tornare alla Premier League, e infatti, a Napoli si sta seriemente pensando al suo possibile successore, una rosa ristretta che comprende, lo stesso Stramaccioni, Mihajlovic e Montella.

CODA DI PAGLIA
Sciolti i dilemmi che già da qualche settimana volevano Muriel e Coda accasati alla corte di Ferrero, l’Udinese ha dato filo da torcere alla squadra di Benitez, soprattutto in inferiorità numerica. Da qui dovrà ripartire Mancini per studiare le mosse atte a mettere in difficoltà gli azzurri nuovamente sul proprio domicilio a Fuorigrotta. Il 4 febbraio, verosimilmente, si vedrà un altro Napoli, con più titolari in campo e un diverso atteggiamento tattico. Ecco, secondo noi, cosa ha funzionato e cosa no nella squadra partenopea: Mertens e compagni hanno sofferto il gioco di prima dei friulani, sospinti dalla vena sempre più convincente del brasiliano Allan. Anche in superiorità numerica, i campani hanno avuto difficoltà a sfondare l’opposizione dei bianconeri, salvo poi ribaltare il risultato grazie a un rigore generosissimo e un’invenzione del fantasista slovacco. Il Napoli ha sofferto la chiusura dell’avversario arroccato ordinatamente dalla mediana in giù, pronti poi a ripartire in contropiede, una sorta di rivisitazione di Inter-Samp di coppa, con ospiti (però) più intraprendenti rispetto ai doriani. Ha funzionato soltanto a strappi le loro “solite” improvvise ripartenze quando si producono nelle accelerate, che grazie a giocatori di assoluto talento possono fare molto male alle difese avversarie. Ecco che sarebbe necessario partire sotto tono e tenere gli azzurri lontani dall’area con un apposito pressing, possibilmente alto.

BACI DAL GARGANO
Fra le note più liete, si segnalano le prestazioni di Mesto e di Gargano. Il monopolitano scodella in area il pallone velenoso che poi produrrà il rigore farsa su Zapata; salva poi sulla linea un tiro-rimpallo di Kone destinato nel sacco, nonostante non abbia un ritmo partita invidiabilissimo sigla alla perfezione uno dei rigori conclusivi e si produce anche in una scivolata su Stramaccioni (ma questo solo per riderci su). L’uruguaiano, invece, segnalato ormai come un giocatore alla frutta, si carica sulle spalle quasi tutta la responsabilità del centrocampo, e mette i brividi a Scuffet quando una sua rocambolesca conclusione deviata si va a stampare sul palo. Il Napoli come ampiamente detto non sarà lo stesso anche contro l’Inter fra dodici giorni, quando sarà obbligato a schierare le prime linee, ma che troverà di fronte una squadra galvanizzata e un allenatore abituato a portare sino in fondo alla competizione con la coccarda la sua Inter (4 finali su 4 nella sua prima era in nerazzurro, con due successi). Napoli che si scontrerà con una squadra rinforzata dai recenti arrivi e da quelli presunti nuovi in arrivo.

Scritto da Filippo Rattile

giovedì 22 gennaio 2015

LE PAGELLE DI INTER-SAMPDORIA 2-0 Shaq brilla su tutti…Romero para (quasi) tutto

I nerazzurri superano la Sampdoria dell’ex Sinisa Mihajlovic e accedono ai quarti di finale (4 febbraio ancora in gara unica) dove incontrerà una tra Udinese e Napoli.

INTER: 
Carrizo sv La Sampdoria conclude a rete si e no una volta e mezza, utile nemmeno per scaldare le mani al portiere argentino

D'Ambrosio 6 Che si tratti di fascia sinistra o quella opposta, il laterale partenopeo risponde “presente”. Immaginiamo, però, che sarebbe stato più utile per l’occasione su quella mancina

Andreolli 6 Non da sempre l’impressione di sentirsi sicuro nelle giocate personali. Dietro, però, non ha un gran da fare, visti gli ospiti ridotto in inferiorità numerica già dall’11esimo

Juan Jesus 6,5 Per intensità e per dinamismo è fra i più positivi dei “veterani”. Nella giornata in cui il da fare c’è l’hanno centrocampisti e attaccanti impegnati nello scardinare le due linee difensive dei doriani, lui si mostra il più attento del suo reparto e il più lucido negli sganciamenti in avanti

Dodò 6 Si procura un legittimo rigore, ma non da l’impressione di essere in giornata positiva, complice anche un fastidio accusato a un ginocchio (88' Obi sv);

Medel 6 Si limita soprattutto a tenere la sua posizione, probabilmente perché si temevano le ripartenze dei liguri

Kuzmanovic 6 Non sempre preciso negli assist. Spesso rallenta la manovra, non sappiamo quanto volutamente o richiesto dalla panchina. Il mezzo voto in più è uno stimolo a far bene nella prossima di campionato. Con l’assenza di Medel per squalifica, il ruolo del cileno è chiamato a surrogarlo il serbo

Shaqiri 7,5 E’ il più propositivo e brillante nerazzurro della serata. Pericoloso anche sui calci piazzati. Di pregevole fattura la rete di sinistro su delizioso assist di Poldo (79' Bonazzoli sv)

Kovacic 6 Si intestardisce in alcune manovre offensive e non serve in tempo utile Icardi sull’occasione in cui spara in “bocca” a Romero una palla che andava gestita meglio

Podolski 6 Suo l’assist che permette a Shaqiri di sbloccare. Non sempre preciso, ma la sua presenza è un perpetuo spauracchio per le retrovie blucerchiate

Icardi 5,5 Da l’impressione di pensare un po’ troppo alla sua primogenita Francesca, alla quale dedica (finalmente) la rete del 2-0, la cui dedica scritta nasconde gelosamente sulla maglietta intima. Si divora il rigore del possibile vantaggio. (88' Puscas ng)

Allenatore: Roberto Mancini 6 Era chiamato a gestire al meglio un eventuale turnover. Nella prima frazione, la squadra è apparsa a volte irritante nel riproporre le stesse giocate. Con gli ospiti ridotti in 10 uomini, denota una certa difficoltà dei suoi per raggiungere l’area avversaria e rendersi maggiormente pericolosi. L’effettivo 4-4-1 in fase di non possesso dei liguri, con due attentissime linee difensive (una in mediana bassa, l’altra prettamente arretrata) non concede spazio nemmeno per uno scarpino. Non un alibi per il tecnico marchigiano, ma una constatazione

SAMPDORIA: Romero 7,5; Gastaldello 5,5, Romagnoli 6, Cacciatore 6 (dal 45' Silvestre 6); Soriano 6 (dal 1’st Duncan 6), Rizzo 6 (dal 68' De Silvestri 5), Krsticic 5, Marchionni 5,5; Djordjevic 5, Okaka 6, Wszolek 4. Allenatore: Nenad Sakic 6 (Mihajlovic in tribuna perché squalificato) Per voce di Sinisa, il suo vice parla di obbligo di mettere in campo parecchie seconde linee. Il tecnico serbo, ex difensore del Lecce, ci consenta di dissentire: viste le possibilità d’inserimento di altri giocatori effettivi dal 1’ minuto di gioco, non capiamo perché i genovesi abbiano voluto pensare un po’ troppo al turnover a danno di una competizione che può comunque proiettare una squadra in Europa. Stavano forse pensando un po’ troppo al campionato?

ARBITRO: Tagliavento 6 Seppur procurato con mestiere, il rigore appare sacrosanto (Wszolek scalcia Dodò). Un po’ tutte le sanzioni con l’uso dei cartellini ci sono apparsi legittimi, compreso il rosso diretto sventolato a Krsticic, con Icardi lanciato in solitaria verso Romero. Probabilmente il nostro Andreolli andava sanzionato col giallo già al suo pericoloso primo intervento. Anche il cartellino a Shaq ci sembra giusto (l’ala elvetica nella ripresa ha simulato in area). Anche gli assistenti se la cavano bene, compreso il monopolitano Fabrizio Posado

Reti: 71' Shaqiri, 88' Icardi
Espulsi: Krsticic, Wszolek
Ammoniti: Podolski, Andreolli, Wszolek, Romagnoli, Shaqiri, Gastaldello

Scritto da Filippo Rattile

mercoledì 21 gennaio 2015

INTER-SAMPDORIA DI COPPA ITALIA Statistiche, news e probabili formazioni

Inedita coppia di centrali, Kuzmanovic in mediana con Medel e molta fantasia in avanti. Si sintetizza così lo schieramento anti-Samp dell’ex Mihajlovic. Concorrente scomodissima al raggiungimento dei quarti la squadra blucerchiata, per carattere è sempre più simile al proprio allenatore. Stasera al “G. Meazza” di Milano, si ritrovano di fronte due tecnici che nella vita sono quasi come fratelli (Sinisa è stato il vice del Mancio all’Inter per due stagioni dal 2006 al 2008). Dopo il mezzo passo falso di Empoli, il tecnico jesino vuole la qualificazione per dare continuità al progetto. Puntare alla conquista del trofeo tanto bistrattato storicamente, equivarrebbe a dare un senso alla stagione nel caso in cui non si potessero raggiungere traguardi più ambiziosi e nel contempo centrare (almeno) la qualificazione all’Europa League. In campo forse per dare il 110% i due squalificati Juan Jesus e Medel che salteranno la gara di campionato con il Torino; in contemporanea con Kuz che sostituirà il cileno proprio in quella posizione. Fra i convocati per il match di Coppa Italia ci sono anche: Berni, Handanovic, D'Ambrosio, Dodò, Donkor, Mbaye, Vidic; Guarin, Hernanes, Krhin, Obi; Bonazzoli, Palacio e Puscas; mentre di Osvaldo si sono perse letteralmente le tracce, tanto che c’è chi afferma che da due giorni non ha fatto sapere nulla di se. Altro “desaparecido” sembra essere Jonathan, non convocato da Mancini. Che non si stia pensando anche a una sua cessione? Precedenti in Coppa Italia: Inter e Sampdoria si sono affrontate 4 volte; i nerazzurri hanno vinto in una sola occasione, mentre i pareggi sono stati 3. L’ultimo precedente risale all'aprile 2009 quando, nella gara di ritorno in semifinale Ibrahimovic segnò il gol dell'1-0. A superare il turno fu però la Sampdoria, in virtù del 3-0 maturato all'andata. Infine, ad ottobre l’Inter superò in campionato i liguri con una rete dell’ex Icardi su rigore al 91esimo.

INTER (4-2-3-1): Carrizo; Campagnaro, Andreolli, Juan Jesus, D’Ambrosio; Medel, Kuzmanovic; Shaqiri, Kovacic, Podolski; Icardi. All.: Mancini. In panchina: Handanovic, Berni, D'Ambrosio, Dodò, Mbaye, Vidic; Guarin, Hernanes, Krhin, Obi; Bonazzoli, Palacio

SAMPDORIA (4-3-1-2): Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Cacciatore; Duncan, Palombo, Obiang; Soriano, Eder, Bergessio. All.: Mihajlovic. In panchina: Massolo, Romero, Fornasier, Gastaldello; Correa, Kristicic, Marchionni, Rizzo, Soriano, Djordjevic, Okaka

Arbitrerà l’incontro Paolo Tagliavento della sezione di Terni; assistito da Preti e dal monopolitano Fabrizio Posado; quarto uomo Massa

Scritto da Filippo Rattile

domenica 18 gennaio 2015

BAMBINI GRATIS ALLO STADIO

Domenica 1 marzo 2015, in occasione della partita INTER-FIORENTINA, si svolgerà la consueta trasferta annuale, dedicata ai soci junior. La partita è programmata per le ore 18.00. In caso di mancata qualificazioni alle semifinali di TIM CUP del Napoli, la gara contro i viola si disputerà alle ore 20.45

L'organizzazione sarà, come sempre, a cura dell'Inter Club Sante Puteo, con la collaborazione del Coordinamento Inter Club della Puglia.

I soci junior saranno ospiti di F.C. Internazionale per assistere alla partita al PRIMO ANELLO ARANCIO dello stadio San Siro, mentre a loro carico è solo la quota per il pullman.

Partenza da Monopoli Sabato 28 Febbraio alle ore 21.30 circa da via San Marco (zona polivalente)

Per qualsiasi informazione potete rivolgervi al presidente dell'Inter Club di Monopoli al numero 3928255542, oppure c/o la sede di Via Tenente Vitti 156.

Grazie!

sabato 17 gennaio 2015

LE PAGELLE DI EMPOLI-INTER 0-0 Handanovic migliore dei nerazzurri. Maluccio il centrocampo e la fase offensiva generale.

Un inspiegabile passo indietro rispetto alla buona prestazione collettiva ammirata contro il Genoa. La metamorfosi che non t’aspetti costringe l’Inter ad accontentarsi di un punto dalla trasferta toscana al “Castellani” di Empoli. Il pari, a ben guardare è alla fine soprattutto un punto guadagnato. Ma per centrare il terzo posto ci vorrà ben altro. Spariscono dalla scena molti uomini cardine: Podolski, Palacio, Guarin e Icardi irriconoscibili. Ma andiamo per gradi…

INTER (4-2-3-1): 
Handanovic 7 Se il portiere alla fine risulta essere il migliore in campo dei suoi, questo la dice lunga sulla strana gara odierna dei nerazzurri. Samir contribuisce ad evitare la classica figuraccia mettendoci spesso le manone
Campagnaro 5,5 Ci mette molto agonismo, tant’è che rischia subito di prendersi un giallo per un’entrata in scivolata a inizio gara. La società farebbe meglio a intervenire sul mercato, anche in virtù dell’assenza di Nagatomo su quella corsia di campo, impegnato quest’ultimo in Coppa d’Asia e del mistero legato all’italo-brasiliano Jonathan. Chi ne sa di più di noi ci faccia un fischio
D’Ambrosio 6 Nella mediocrità generale rischia di perdersi anche il laterale campano, specie per la pressoché nulla fase offensiva in cui risulterà non pervenuto. Va un po’ meglio nella fase arretrata, per fortuna
Guarin 5,5 Se il centrocampo interista latita perdendo spesso e volentieri il confronto con il centrocampo della normalissima truppa empolese è anche colpa del colombiano. Sbaglia disimpegni e qualche assist di troppo. La sua incostanza è un grosso neo a tutto svantaggio del Mancio che continua a ritenerlo incedibile. S’intestardisce nelle solite conclusioni verso porta, sovente alquanto illogiche
Ranocchia 6 Uscirà nella ripresa per una distorsione al ginocchio. Non è stato brillantissimo, ma ci è sembrato almeno propositivo (dal 46’ Andreolli 6 Se non altro mostra lucidità, utile almeno per evitare di perderla. L’infortunio al capitano lo proietterà inevitabilmente titolare anche per la prossima gara contro il Torino)
Vidic 6 Ci mette spesso una pezza nelle numerose avanzate dei toscani. Si sgancia quel poco che basta e per poco non sfiora il gol del colpaccio
Medel 6 Senza lode e senza infamia. Se accenna alla lotta a suo modo è solo un urlo nel deserto. Quando il resto della truppa non fa altrettanto è tutto lavoro sprecato. Salterà il Torino poiché in diffida per il giallo rimediato; brutta tegola
Hernanes 5,5 Sempre più la copia mal riuscita del profeta dei tempi della Lazio. Il mister lo sposta a sinistra, ma si vede che non è giornata nemmeno per il calciatore di Recife
Icardi 5 Sarà pur vero che è mal servito, però da come si è mosso ha dato l’impressione che fosse maledettamente svogliato o (tutt’al più) indisposto (dal 60’ Kovacic 6 Il giovane gioiello croato va a presidiare la zona centrale della trequarti, col chiaro intento di far filtrare qualche pallone per Palacio. Non ha il tempo materiale per rendersi pericoloso; ma almeno ci prova)
Podolski 5 Nulla di che. Non si è quasi mai visto. Il voto mediocre lo stimolerà a dare decisamente di più; il suo apporto necessita come il pane (dal 73’ Qhaqiri 6 Nell’esordio italiano, il roccioso elvetico va a presidiare la fascia destra come da copione. Volenterosissimo ma non in forma tale da risultare decisivo. Il tempo gli darà però ragione)
Palacio 5,5 Non basta la mobilità (in senso di dinamismo fisico). Goffo su una palla in piena area, su cui s’intestardisce pur di colpirla di testa in tuffo. Un passo indietro rispetto all’ottima prestazione contro il Genoa
All.: Roberto Mancini 5,5 Non possiamo buttare tutta la croce sulle spalle del tecnico marchigiano (c’era già un certo Croce calciatore in campo a metterci in difficoltà). Pur di non scompaginare il suo credo calcistico, toglie Icardi, comunque evanescente per l’occasione, per avanzare Palacio e ricomporre la linea dei tre nella trequarti. Il rimpasto con Hernanes a sinistra, Kovacic al centro e Shaqiri a destra ha dato pari risultati di quello precedente, ossia poco più del nulla

VECINO AL COLPACCIO – Chi si muove meglio in attacco è sicuramente la squadra toscana, al cospetto di un’Inter per lunghi tratti irritante. La formazione di Sarri fa piombare i nerazzurri nei soliti dubbi amletici tipici del girone di andata mazzariano; rafforzata dall’ombra lunga del doppio ex tecnico di San Vincenzo presente per “forza” al Castellani che di fatto è la sua casa.

EMPOLI (4-3-3):
Sepe 6; Hysaj 6, Tonelli 6, Rugani 6,5, Barba 5,5, Vecino 6, Valdifiori 6,5, Croce 7, Verdi 6,5 (dal 65’ Zielinski 6), Mchedlidze 5 (dal 71’ Maccarone 5,5), Pucciarelli 7 (dal 84’ Tavano sv)
All.: Maurizio Sarri 7 Non deve essere necessariamente un fenomeno contro un’Inter così abulica e irriconoscibile dopo la buona prestazione di sei giorni prima. Al tecnico partenopeo basta comandare un normalissimo pressing e far ripartire la propria squadra in velocità per mettere in difficoltà una formazione che ambisce a raggiungere la terza posizione. Sarri ha saputo trasmettere quel dictat che vuole una compagine tecnicamente inferiore riuscire a dare il massimo, stimolata dagli avversari dal nome altisonante; un po’ quello che un certo suo collega Zeman ha sempre chiesto ed ottenuto nel corso dei tempi dai propri effettivi. L’Empoli è l’attuale squadra di serie A con il più basso monte ingaggi in assoluto; ma questo non si è notato affatto!

Scritto da Filippo Rattile

giovedì 15 gennaio 2015

CALCIO SERIE A: uno sguardo generale al prossimo giro di boa di campionato

Nel prossimo weekend si disputano le gare dell’ultima giornata del girone di andata. Con i bianconeri sicuri di aggiudicarsi il platonico scudetto d’inverno e con la Roma che potrebbe, seppur difficilmente, appaiarla alla 19.ma, diamo uno sguardo generale e sintetico alla situazione attuale e a quella in divenire.

UNA POLTRONA PER DUE
Sarà sempre più duello a due per la questione scudetto. Roma, ma soprattutto Juventus si affidano ai propri condottieri per centrare l’ambito traguardo. Sembra perdere un po’ di smalto la squadra di Garcia che da l’impressione di non reggere il ritmo di quella allenata da Allegri già certa del titolo di campione d’inverno. Dovessero i bianconeri riuscire ad allargare il l’attuale gap nelle prossime 3-4 giornate potrebbero scoraggiare la rimonta dei capitolini, a tutto danno dello spettacolo, già di per se un po’ mortificante visto un certo appiattimento nell’”euro zone”.

COL VENTO IN COPPA
Un po’ per onorare gli impegni presi con i rispettivi tifosi, un po’ per il blasone, società come Lazio, Napoli, Fiorentina e Milan, sentono forte il desiderio di centrare i preliminari di Champions raggiungendo la terza piazza. Tutte queste (più o meno) grandi devono necessariamente fare i conti con la squadra di Mancini, sempre più rilanciata e rinforzata anche dagli ultimissimi innesti. Non vanno però trascurate le due genovesi, specie e soprattutto i blucerchiati di Sinisa Mihajlovic.

UN LUCANO POCO AMARO
Palermo, Samp, Genoa e soprattutto Sassuolo, sono le sorprese positive della stagione. I neroverdi del patron Squinzi e del presidente Rossi, stanno andando oltre ogni più rosea previsione. A onor del vero, il recente exploit degli emiliani è frutto di una ben oculata programmazione: investimenti oculati, tanta lungimiranza e lavoro. Il maggior merito gli andrebbe ascritto a mister Di Francesco, scudettato con la Roma di Capello nel 2001 e diventato fra gli allenatori più emergenti e seguiti, non soltanto in Italia. Il Sassuolo, tecnicamente parlando, è un mix di giovani emergenti (qualcuno già nazionale) e calciatori d’esperienza. Il fiore all’occhiello è rappresentato dal nazionale Simone Zaza, lucano della provincia di Matera, 23 anni e mezzo da Policoro. Se pensiamo che un suo conterraneo è stato anche campione del Mondo (Franco Selvaggi), non è escluso che Zaza in futuro non possa tentare la stessa impresa.

LINEA MAGINOT
In questa linea di galleggiamento gravitano attualmente Torino, Hellas Verona e Udinese, squadre che non stanno ricalcando il medesimo cammino della scorsa stagione, fatta eccezione del neopromosso Empoli. I granata di mister Ventura sentono forte l’assenza di Immobile e Cerci, capaci l’anno scorso di mettere insieme la bellezza di 35 goal e che non sono stati rimpiazzati a dovere. L’ultimissimo arrivato, Maxi Lopez e qualche altro innesto non potrà mai avvicinarsi alla coppia di punte azzurra. Anche gli scaligeri di Andrea Mandorlini stanno pagando le partenze di giocatori che la scorsa stagione facevano la differenza, vedi Iturbe e Jorginho. Mentre, per l’Udinese vale un ragionamento differente, visto un certo cambio di mentalità dopo che Francesco Guidolin ha deciso di abbandonare la panchina dei friulani dopo 4 ottime annate. L’ex interista Stramaccioni sta tentando di ricalcare quanto di buono fatto dai suoi predecessori, non soltanto dello stesso tecnico di Castelfranco Veneto ma, anche il proficuo lavoro passato di Marino, Spalletti ed altri.

SI SALVI CHI PUO’
Lotta senza esclusione di colpi dalla zona pericolante sino agli ultimi gradini della graduatoria. Parma, Cagliari e Cesena, per varie ragioni, danno l’impressione di annaspare più di altre, non soltanto perché ultime tre dell’attuale classifica. Se Cagliari e Parma stanno inviando un qualche segnale di risveglio, dopo un più che promettente avvio stagionale non sta facendo altrettanto la squadra romagnola di Domenico Di Carlo (subentrato a Bisoli a dicembre). Il neopromosso Cesena, promosso nella massima serie nel playoff alle spese del Latina, è fra le pericolanti, probabilmente la meno attrezzata. I bianconeri sono una poco più che dignitosa formazione senza vere punte di diamante. Lugaresi farebbe bene ad affidarsi massicciamente al mercato di riparazione, un po’ come fece il Sassuolo un anno fa esatto. Atalanta, gli stessi Torino ed Empoli se non si distraggono troppo, Hellas Verona e i cugini clivensi, possono comodamente centrare l’obiettivo salvezza visti i rispettivi organici.

ICARDI A CENA
Fanno la voce grosse in cima alla speciale classifica marcatori due sudamericani, top players con pienissimo merito. Stiamo parlando di Carlitos Tevez e Maurito Icardi. La punta di Rosario, 22 anni a febbraio e tanto devota alla modella Wanda Nara, con quello contro il Genoa ha raggiunto quota 9 centri in campionato e promette ancora di metterne molti a segno. Per il bianconero e l’ex doriano, rispettivamente autori di 11 e 10 goal, però, la concorrenza non manca. Si parla quasi sempre la lingua spagnola tranne qualche rara eccezione. Infatti, a quota 9 troviamo un bel gruppetto formato dai “partenopei” Callejon e Higuain, oltre al rosanero Dybala e al milanista Menez. Il primo attaccante italiano è l’eterno Totò Di Natale con 8 centri; via-via tutti gli altri.

Scritto da Filippo Rattile

Sabato alle 18 ad Empoli. Ti aspettiamo al club. Forza inter!


mercoledì 14 gennaio 2015

INTER FC: IL MERCATO IN USCITA Le trattative salienti, improntate soprattutto su giovani talenti

Certamente non meno importante è il mercato in uscita. Dall’attuale gruppo di prima squadra, non trovando spazio, ci sarebbe da piazzare alcuni giovani di prospettiva, dando loro una chance altrove in modo da fargli maturare nuove esperienze. Sui gioiellini dell’Inter in molti stanno allungando le mani, alcuni dei quali sono stati dichiarati intoccabili dallo stesso mancini, sempre più spesso sensibile al loro utilizzo e valorizzazione.


LA PICCOLA VENDETTA LOMBARDA

Diventerà maggiorenne soltanto il prossimo maggio, Federico Bonazzoli da Manerbio, un fisico già formato tanto da farlo apparire già un granatiere, è alla sua decima stagione in nerazzurro dopo aver fatto un po’ tutta la trafila nelle varie squadre giovanili fino a giungere in prima squadrar praticamente in pianta stabile. Non c’è che dire, sembra un predestinato. Oltre al fisico, all’aspetto atletico, Federico possiede già la grazia di chi ha un’intelligenza acuta. Tatticamente versatile (si adatta anche a fare altri ruoli) incarnando però il prototipo del vero attaccante moderno.


ZOLA PROFONDA

Su alcuni gioiellini di Appiano ha chiesto informazioni Gianfranco Zola che, ha fatto sapere alla dirigenza sarda di voler puntare sul golden boy interista. Anche per George Puscas (piace anche al Genoa) pare sia stato compiuto un sondaggio dai cagliaritani. Seguito con interesse, così come altre promesse nerazzurre, fisicamente non dissimile a Federico e con un solo anno in più all’anagrafe. E’ nato e cresciuto in Romania e ha conosciuto la Pinetina poco meno di 2 anni addietro. Se non fosse per una consonante rievocherebbe uno scomodo parallelo con un grandissimo del passato, il magiaro Puskas. Il nostro ha invece già indossato le casacche di un po’ tutte le under nazionali del suo paese. Il Cagliari, vista la particolare amicizia che lega il presidente Giulini (imprenditore milanese e simpatizzante interista) con la società di Thohir, di cui è stato parte dello stesso CdA qualche anno fa, potrebbe assecondare le richieste del tecnico di Oliena. Visti i buoni uffici tra i due sodalizi gli affari potrebbero andare in porto. Nella rosa dei rossoblu ci sono già tre prodotto nerazzurri arrivati a Cagliari con formule differenti: il difensore Benedetti, la punta Longo e il mediano Crisetig, questi ultimi due in prestito.


KHRIN DI CAVALLO

Non più di primo pelo (è il caso di dire) viste le sue quasi 25 primavere; per lo sloveno sono state avanzate varie ipotesi. Rene gravita in nerazzurro da quasi 8 anni, ma sta stranamente diventando l’ennesima eterna promessa. Forse lo stesso tecnico jesino proverà a trattenerlo, anche in virtù degli impegni sui tre fronti e la necessità di avere una rosa ampia e di qualità. Anche e soprattutto Mbaye potrebbe essere girato in prestito. Per il senegalese ci stanno facendo più di un pensiero oltre all’Atalanta, sia il Cesena che il Bologna. Il giovane incursore nato nel novembre del ’94, dopo la proficua esperienza della scorsa stagione a Livorno, potrebbe beneficiare di un congruo minutaggio lontano da Milano. Come detto, non mancano gli estimatori.


BUNDES..DICA

Dopo gli arrivi di Shaqiri (Bayern) e del tedesco Podolski, l’Inter attinge ancora dalla Germania. Arriverà infatti a luglio a parametro zero il 18enne Thilo Kehrer attualmente in forza allo Schalke 04. Il colpo di mercato in entrata per i nerazzurri va a rafforzare il concetto che vuole investimenti mirati e possibilmente su giovani. Il ragazzo, classe '96 alto 1,87 è attualmente in forza alla formazione tedesca di Gelsenkirchen, ma, come detto, si legherà a partire dalla prossima estate con la società meneghina per 5 stagioni. Torna di moda la massima serie teutonica, così come avvenne negli anni ‘80 (Hansi Muller, Rummenigge, Brehme, Matthaus e Klinshmann). Lo stesso Shaqiri, seppure solo di lingua tedesca ma elvetico, incarna il tipico carattere germanico; tutta grinta, dedizione alla maglia e al sacrificio. Un ritorno al passato non guasta, specie se ad arrivare è gente motivata e di una certa caratura.


Scritto da Filippo Rattile

martedì 13 gennaio 2015

UN GIRO AL MERCATO. Le piste più calde e le trattative più interessanti per l’Inter

SPIAZZA DI SPAGNA – E’ risaputo che, su giocatori di un certo spessore l’appetito di molte squadre non manca mai. Anche per Lucas Pezzini Leiva, una pedina che Mancini giudica preziosissima per il centrocampo nerazzurro ci sarebbe da battere la concorrenza. Come si apprende stamani, stando a quanto riportato dal giornale britannico Daly Mirror, il Liverpool sarebbe pronto a cedere l’italo-brasiliano al Napoli del doppio ex Benitez, per poi concentrare le proprie attenzioni su Delph dell’Aston Villa. Le alternative valide per fortuna non mancano. Una potrebbe essere il (più o meno lieto) ritorno; di Thiago Motta. Anch’egli, guarda caso, italo-brasiliano e dai piedi buoni. Se Mancini decidesse sul ritorno alla Pinetina dell’attuale mediano del PSG dovrebbe anche accettarne determinate caratteristiche, che sono alquanto differenti da quelle del primo. L’ex campione d’Europa nell’era Mourinho ha più anni anagrafici, ha meno dinamismo, ma ha dalla sua una maggiore esperienza. Ancora la Spagna di mezzo, ecco perché: lo stesso Mario Suarez è stato più volte accostato ai nerazzurri. Al Camp Nou ha fatto capolino l’attuale vice allenatore Sylvinho. I più informati giurano che l’ex City era li proprio per testare il terreno e chiedere informazioni sul mediano iberico. Anche Javier Zanetti avrebbe scambiato due chiacchiere con il suo ex compagno di squadra Simeone in occasione della cerimonia per la consegna del Pallone d’Oro. Ausilio e il suo enturage farà un paio di offerte agli attuali campioni della Liga: un prestito fino al termine dell’attuale stagione con diritto di riscatto, oppure un prestito di un anno e mezzo con obbligo di riscatto nel 2016. 

IL BICCHIERE MEZZO PIERO – Non per gettare la croce su Marco Branca, ma dalla sua partenza il Ds Piero Ausilio pare essersi mosso sicuramente in maniera più congeniale. E’ anche vero che l’ex calciatore era una figura sponsorizzata da Moratti e la “pulizia etnica” voluta da Thohir sin dall’inverno scorso ha fatto si che anche l’ex dirigente grossetano facesse le valigie. Il mercato estivo è stato, come dire, contaminato dalla presenza di Mazzarri che ha chiesto giocatori adatti al suo credo calcistico. Ragion per cui, l’Inter, si ritrova in rosa calciatori non più adatti alla tattica manciniana. Uno fra questi è M’Vila, sul quale pare si sia mossa qualche squadra, incluso il Torino. Diversamente è improbabile che possa giocare con frequenza a meno che provi a snaturarsi e adattarsi a certe posizioni. La sua partenza è pressoché scontata. Non più certe, invece, quelle di Vidic e Guarin. Il colombiano rientrerebbe nelle grazie del tecnico e il serbo non ha mai dato segnali di disamore per l’Inter; semmai una certa stampa spingeva perché andasse via. Resta da piazzare (e non sarà complicato) giovani come, Khrin e Mbaye. Il capitolo Osvaldo ha diversi connotati e logiche differenti. Lo stesso calciatore, una sorta di gitano del pallone, prova a convincere l’ambiente che non ripeterà più certi atteggiamenti e che remerà nella stessa direzione di tutti gli altri effettivi del gruppo. Le richieste non mancherebbero affatto, andando a stuzzicare oltremodo le fantasie dei giornalisti. Per assurdo, Osvaldo potrebbe restare in nerazzurro. Se proprio dev’essere scambio alla pari, che sia sensato. 


UN, DUE, TRENZA – La conferma o meno di Osvaldo è legata a doppio filo a Rodrigo Palacio. Il problema alla caviglia tiene un po’ tutti col fiato sospeso. La punta argentina sta tornando pian piano letale anche sotto porta, dopo essersi messo pienamente a disposizione della squadra anche in posizioni meno centrali di un tempo. Le ultime info vedrebbero allontanarsi l’ipotesi intervento. Questo un motivo per cui un’ulteriore punta non servirebbe e, sarebbe anche più logico insistere con il Jonnhy Depp del calcio, seppur di natura un po’ bizzosa. Il ritorno a certi livelli de “El Trenza” metterebbe sin’anche in dubbio tatticamente Saqiri. Ma per il tecnico jesino non ci presenterebbero equivoci tattici, in quanto la stessa punta sud americana potrebbe adattarsi a ben altre posizioni di campo, tenuto conto che l’elvetico resta pur sempre un centrocampista seppur dalle spiccate propensioni offensive. 

L’ELMO DE SCIGLIO – Diciamocelo chiaramente. Saranno pure “cuginastri” ma non ci stanno poi così antipatici. Mettici anche che Inzaghi non sembra l’allenatore in grado di fare miracoli e spedire il Milan dritto in Champions League. Non ci piace mettere il naso in casa altrui e per questo che non vorremmo giudicare i nostri dirimpettai del Naviglio. Nell’ultima gara dei rossoneri, ci ha fatto “specie” vedere contemporaneamente in panchina uomini come, Cerci, El Sharawy e Pazzini e poi, a causa del cartellino rosso rimediato da Mattia De Sciglio nel match col Toro, il tecnico piacentino non l’ha mandata a dire, manifestando perplessità sul terzino azzurro. Apriti cielo! Fossimo in Mancini, fossimo in Ausilio o Thohir ci saremmo ficcati nella faccenda con tutto il naso. L’allenatore rossonero non fa mistero che stia cercando un’alternativa per quel ruolo e, in un certo senso anche all’Inter potrebbe tornare a genio un più che valido interprete per le fasce difensive. Nagatomo per una ragione, Jonathan e Campagnaro per altre, non offrono tali garanzie per far dormire sogni tranquilli al Mancio. Non a caso si è parlato molto di recente di Darmian, guarda caso proprio un prodotto del vivaio milanista. Il granata sarebbe appetito da entrambe le formazioni meneghine che non possono permettersi però operazioni con il cosiddetto “cash”. Il mercato invernale resterà attivo sino al 2 febbraio prossimo, per cui siamo certi che ne sentiremo di belle. 

Scritto da Filippo Rattile

domenica 11 gennaio 2015

LE PAGELLE DI INTER-GENOA 3-1

INTER (4-2-3-1): Handanovic 6,5 Solo nella ripresa ha avuto lavoro da svolgere a causa del pressing degli ospiti che prima colpiscono una traversa e poi accorciano con Izzo - Campagnaro 6,5 Ci mette molta esperienza e non demerita affatto da quando è stato chiamato dal Mancio titolare alla sua seconda gara di fila. Vuoi vedere che non verrà più ceduto? - Andreolli 5,5 Alla sua prima con la fascia di capitano. Prima per poco non causa un’autorete e poi, spesso, si mostra intimorito dalla pressione dei liguri e si rifugia nei retropassaggi al portiere - Vidic 7 Sia benedetta la sua presenza vista l’emergenza a causa delle squalifiche. Primo tempo inoperoso (il Genoa si è visto poco o niente nei primi 45) per poi metterci anche la sua firma di testa nella rete che mette i sigilli alla gara - D'Ambrosio 6,5 Si sta sempre più guadagnando la fiducia del tecnico marchigiano. Sempre attento, sia in fase offensiva che in quella difensiva - Guarin 6,5 E’ fra i più dotati, per capacità atletiche, per agilità e freschezza, ma al colombiano manca sempre quel quid per farlo diventare letale. Per Mancini è diventato incedibile. Vuoi vedere che alla fine ha ragione il mister? Medel 6,5 Il mastino di Santiago incarna (finalmente) il ruolo per cui l’Inter in estate lo ha acquistato. Nel secondo tempo il calo generale della squadra nerazzurra si ripercuote anche sul mediano cileno (dall'87' Krhin sv) - Hernanes 6,5 Positivo, seppur non sempre preciso nei disimpegni. Sarà compito di Mancini tentare di farlo tornare agli standard di quando giocava nella Lazio (dal 74' Obi 6 Entra per far rifiatare il brasiliano. In così poco tempo ed a freddo non poteva lasciare il segno - Podolski 7 Nel primo tempo “impeccabile” ha dato l’impressione di vestire il nerazzurro da sempre. Nella ripresa si spegne alla distanza, ma sarà il tempo e il lavoro a restituire l’ex gunner a livelli mondiali - Palacio 7,5 Palacio assist-man; Palacio finalizzatore; Palacio utile a recuperare palloni. Rodrigo non è al meglio a causa di una caviglia che fa i capricci; figuriamoci se fosse in condizione (dal 66' Kuzmanovic 6 Il tecnico jesino lo spedisce in campo perché l’Inter sta stranamente subendo troppo ed è in affanno a centrocampo. Se non altro il serbo è utile per spegnere sul nascere le offensive dei rossoblu - Icardi 6,5 Non brillantissimo ma utile. Si divora una rete fatta nei primissimi minuti di gioco, poi, propizia il vantaggio sulla semi rovesciata che finisce in “bocca” a Perin successivamente con palla recuperata da Palacio che la spedisce in rete. Nella ripresa il giovane italo-argentino sparisce dalla vista dei radar.
Allenatore: Mancini 7 Insistere con il gioco sulle ali, atto a far allargare le maglie difensive ospiti è, non soltanto il suo maggior chiodo fisso, ma anche la tattica più efficace. L’aver a disposizione finalmente interpreti all’altezza del compito facilita le giocate e i suoi propositi di gioco. Primi 45’ impeccabili, ma la squadra perde per strada troppo presto una certa lucidità. Maggior alibi odierno del Mancio sono le concomitanti assenze più o meno pesanti di Juan Jesus, e soprattutto di Ranocchia e Kovacic, che, se in giornata “si” possono fare al differenza.

GENOA (3-4-3): Perin 7; Izzo 6,5, Burdisso 5,5, De Maio 6; Edenilson 5,5, Bertolacci 6 (dall'84' Tino Costa sv), Rincon 6 (dall'81' Fetfatzidis sv), Antonelli 7; Iago Falque 5,5, Matri 4,5 (dal 53' Kucka 6,5), Lestienne 6.
Allenatore: Gasperini 6 In pochi ricordano (volutamente) che il tecnico di Grugliasco ha guidato i nerazzurri qualche anno fa per una mezza stagione scarsa, ma preferiamo un po’ tutti dimenticarcelo. Il suo “solito” 3-4-3 concede per intero i primi 45 di gioco all’Inter; poi ordina il pressing alto ad oltranza e, pur senza un centravanti di ruolo mette i brividi nelle retrovie di casa. Tiene in panchina un po’ troppo Kucka (buon per noi) e fa partire per Bergamo un po’ troppo frettolosamente il cileno Pinilla, punta non ancora rimpiazzata nell’attuale mercato invernale

Arbitro: C. Russo della sezione arbitrale di Nola (Na) 5,5 Ignora una vistosissima trattenuta in area su Icardi e poi è timido quando si tratta di segnalare falli evidenti a favore dei nerazzurri. Dimostra di essere il classico arbitro che teme di passare per “casalingo”, sbagliando però atteggiamento. Grazia il genoano Kucka nella ripresa, non dandogli nemmeno il giallo.

Scritto da Filippo Rattile

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