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martedì 27 gennaio 2015

CALCIOMERCATO INFUOCATO A 6 giorni dalla chiusura ufficiale della sessione invernale

Il calciomercato cosiddetto di riparazione altro non è che una scialuppa di salvataggio per molte squadre, più o meno costruite approssimativamente durante la fase estiva. Ed ecco che, a partire dall’autunno non si fa altro che alimentare voci, propositi e speranze e sin’anche appetiti di tifosi, atavicamente affamati di novità. Assecondare le voglie, le fantasie dei supporters e talvolta particolari capricci è diventato un difficile esercizio per molti presidenti dei vari sodalizi. Inter, Milan, Samp, Lazio per un motivo; Empoli, Chievo, Parma, Cagliari, Atalanta ed Hellas Verona per evitare l’onta della retrocessione. Ecco che, chi per un obiettivo, chi per ben altro, sono più o meno obbligati a muovere determinate quantità di materiale umano e tecnico.

DOVE STA ZAZA
Tutti vogliono il lucano, non l’amaro però, ma il pelato che fa goal. Più di tutte la Juventus che detiene la metà del cartellino, con il Sassuolo che en detiene l’altra metà. Ormai in nazionale in pianta stabile e, diventato sempre più un attaccante duttile e prolifico, l’ex calciatore di Sampdoria e Ascoli è finito nelle mire della Juve che lo vorrebbe da subito per rafforzare la già forte primalinea, specie per puntare dritto alla Champions. La società piemontese deve però mettere sul piatto almeno 7,5 milioni di euro e (soprattutto) convincere Giorgio Squinzi. L’impressione è che Simone possa restare in neroverde sino a tutto giugno prossimo.

TIRIMANCINI
La media-punti dell’era manciniana 2.0 all’Inter non strizza per niente l’occhio al tecnico di Jesi. Seppure in parte giustificata (media di 1,1 punti a partita) dal drastico cambio di gioco e dall’arrivo di pedine che abbisognano di collaudo e tempo, il tutto inizia a far spazientire critica, tifosi e patron Thohir. Quanto potrà reggere la pazienza del magnate indonesiano? Intanto, Mancini riga dritto verso la sua strada, verso un percorso corroborato da una certa convinzione e testardaggine che iniziano a spaventare un po’ tutti. L’allenatore marchigiano ci ha dato l’impressione di aver deciso di voler subire una certa situazione negativa generale che si respira nell’ambiente nerazzurro. Dal progetto per l’immediato futuro agli scricchiolii legati al caso Osvaldo, agli infortuni e all’assenza di determinate pedine per altre ragioni (vedi alla voce squalifiche, coppa d’Asia ed assenze misteriose).

MILANO VA A BERE
Un tempo, anche calcisticamente parlando era considerata “Milano da bere”. Ma, i tempi cambiano e ti accorgi che isole felici sono altre città, come Roma, Genova e Torino, con le loro rispettive sei squadre cittadine proiettate verso obiettivi credibili e stimolanti. Milano, ora va a bere… Va a bere per dimenticare il vissuto contemporaneo mortificato dai bilanci, dal fairplay finanziario e mortificato dalle contestazioni. Va a bere, per vivere di ricordi, quando il trio olandese o quello tedesco delle meraviglie faceva impazzire tutti e riempiva il Meazza in ogni settore. I tempi cambiano e certi patron sono chiamati a farsi da parte. Qualcuno lo ha capito, qualche altro ancora no. Intanto sul versante interista si parla di progetto a medio termine cotanto di proclami manciniani che proclamano obiettivo tricolori sin dalla prossima stagione (mah!...). Intanto si pensa a rinforzare e continuare l’opera rivoluzionaria tecnico-tattica, mentre sarebbe anche utile rivedere certi atteggiamenti tattici (il 4-2-3-1 non è più proponibile) caro Roberto, e certi calciatori non sono più proponibili (vedi Guarin.. vedi anche Kuzmanovic).

MERCANTI IN FIERA
Allo voce “altre” ti si apre davanti un universo. Tante e troppe sono le pretendenti a un posto al sole, ossia a quel terzo gradino che vale i preliminari di Champions, ma anche di quelle compagini che si “accontenterebbero” di centrare il traguardo meno nobile, quella della EL. Se, la stessa Inter, il Milan, Samp, Fiorentina e soprattutto Lazio e Napoli puntano tutte le loro carte sulla conquista della terza piazza, un pensierino lo stanno facendo anche (e perché no) Palermo e Torino. Le due capitoline e il Napoli mirano, e lo stanno già facendo o l’hanno già fatto in sede di mercato invernale, di puntellare l’organico o alleggerire il carico in rosa. Il diesse giallorosso Sabatini è chiamato a capire cosa Garcia voglia farne di un certo Destro e se lo voglia al limite sostituirlo numericamente già tramite l’attuale finestra di calciomercato. Non nell’immediato ma in estate, Mattia da Ascoli Piceno è già stato accostato alle milanesi, ma ci sarebbe da battere la concorrenza che viene dall’estero. Per altri motivi e con il pide-de-Bari sul mercato per volere personale, molte stanno avanzando ipotesi. Fosse per lo stesso Cassano, giureremmo che tornerebbe a Milano a piedi, specie sulla sponda nerazzurra. Ma, su Antonio ci sono gli occhi di molte altre società: Samp, Juventus e anche seppur suggestiva Bari.

DISCHI CALDI
E come si usava dire decenni fa per motivi di classifiche musicali, ecco una carrellata secca di trattative in via di definizione:
Borriello dalla Roma al Genoa; Konoplyanka dal Dnipro alla Roma; Bellomo dal Chievo al Bari; Pepin dal Malaga alla Roma; Bergessio dalla Sampdoria alla Lazio; Munoz dal Palermo al Milan, Sturaro dal Genoa alla Juventus; Pasini dalla Pistoiese al Carpi; Murillo dal Granada all’Inter; Perica dal NAC Breda all’Udinese; Pavoletti dal Sassuolo al Cagliari, Perea dal Perugia alla Lazio; Gillet dal Torino al Catania; Luiz Adriano dallo Shaktar alla Roma; Kuzmanovic dall’Inter all’Amburgo; Diarra dal Lokomotiv Mosca all’Inter; Spinazzola dall’Atalanta al Modena; Mattiello dalla Juventus al Chievo; Kone dall’Udinese al Torino; Gatto dall’ Hellas Verona al Pordenone; Acquah dal Parma al Torino; Longo dal Cagliari al Sassuolo.

Scritto da Filippo Rattile

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