Non è il solito desiderio di tutti i tifosi, ma un diritto. I supporters della Beneamata vogliono che l’Inter torni subito grande ..e come darvi torto!? Anche noi lo siamo supporters; scriviamo si, ma infondo siamo comuni tifosi innamorati di questi meravigliosi colori. Eppure, c’è chi, di fede avversa viene a contarci le emozioni sul nostro giornale, su uno dei blog dedicati alla nostra squadra del cuore più seguiti in assoluto, e non soltanto dai fedelissimi locali, ma della Puglia, se non dall’Italia intera. L’aver fatto schizzare alle stelle i contatti su questo bellissimo blog e per noi un motivo d’orgoglio. Ecco, l’orgoglio è rafforzato anche dalla visita di tifosi di altra fede che, è vero anche che spesso non condividono il nostro pensiero, ma che sovente leggono le nostre analisi sulla Beneamata con occhi straniti; “straniti” perché non conoscono il livello di amore che nutriamo per la nostra squadra, probabilmente un amore (quasi) pari a quello che nutrono per la loro squadra del cuore. Ma, torniamo a noi. La grande Inter è piuttosto lontana da esserla già oggi. La cura Mancini sta iniziando a dare i suoi frutti, in barba a quelli che tracciano un parallelo col suo predecessore, ignorando il fatto che il tecnico di Jesi in campionato, è verissimo che abbia ottenuto la media di un punto a partita, ma che ha affrontato squadre titolatissime, cosa che Mazzarri ha fatto solo in minima parte, pur mantenendo, al momento, una media punti/partita di poco superiore. Come non voler considerare che Roberto Mancini dal suo arrivo ha dovuto vedersela nell’ordine con: Milan, Roma, Udinese, Chievo, Lazio, Juventus ; mentre (badate bene!), l’allenatore toscano di S. Vincenzo Livornese ha incontrato: Torino, Sassuolo, Palermo, Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Napoli, Cesena Sampdoria, Parma e Verona. A conti fatti, la serie di gare cosiddette “terribili” è toccata a Mancini e non a Mazzarri. Numeri e statistiche lapalissiane e non certo valutabili con ottica inversa. Il tecnico marchigiano ha, inizialmente, dovuto adattare il materiale umano a disposizione al suo credo tattico. Ora si incomincia a fare sul serio, attingendo dal mercato quelle pedine importanti atte a inspessire il livello tecnico della squadra. Fare mercato invernale con pochi spiccioli a disposizione è davvero un’impresa. Podolski e altri preziosi tasselli in entrata, rappresentano un “lusso” viste le attuali casse nerazzurre oltre a determinate disposizioni Uefa a seconda dei bilanci delle società calcistiche.
SHAQ SI GIRA
Il mancato arrivo di Cerci “scippato” dagli appetiti rossoneri potrà presto essere rimediato dall’arrivo di Shaqiri, tutt’altro che un ripiego. Qualche dato per i meno attenti: di origini kosovaro-albanesi ma elvetico di passaporto (quindi, per la Uefa extra comunitario) Xherdan Shaqiri nasce a Gnjilane il 10 ottobre di 23 anni fa e cresciuto nel SV Augst per poi passare al Basilea nel 2001. Il Bayern, notate le grandi potenzialità del ragazzo lo ingaggia nella società più gloriosa della Bundesliga nell’estate del 2012, squadra dove tutt’ora è tesserato. I buoni uffici con gli ex interisti Sammer (DS), e soprattutto Rummenigge potrebbero però facilitarne il suo trasferimento alla Pinetina. Cinquantuno presenze e 11 reti in 2 stagioni e mezza con i monacensi di Baviera, pedina inamovibile nella nazionale Svizzera di Petkovic dal 2010, la brevilinea ala-centrocampista spinge per indossare presto il nerazzurro e Mancini è pronto ad accoglierlo.
PABLO E’ VIVO?
Non è nuovo a questo tipo di conflitti. L’oriundo Pablo Osvaldo, nazionale azzurro ha già dato in passato segnali rissosi. Pablo Daniel da Buenos Aires, un gitano per scelta, per aver indossato già molte casacche, poco ci è mancato che arrivasse alle mani con Icardi. La società, per questo screzio consumato a Torino durante il derby d’Italia, sta pensando di multarlo e (probabilmente) anche ipotizzando una clamorosa cacciata da Milano. Peccato davvero, perché Osvaldo si è mostrato molto utile alla causa e a ben vedere, a Torino, torti non ne ha. Ma i precedenti vanno contro di lui, spingendo l’Inter a guardarsi attorno per accettare eventuali offerte per la punta italo-argentina. Il Milan, come al solito, ci ha fatto qualcosa di più di un sondaggio e si è mosso per capire se sia possibile ingaggiarlo. Fossi Ausilio risponderei “picche” e alzerei la posta chiedendo in cambio un certo El Sharavy. Ma, il calciomercato vive di logiche tutte sue che, spesso, di logico hanno ben poco.
JUAN DEL DIABLO
Fossi Thohir multerei anche Juan Jesus. A ben guardare, il difensore di Belo Horizonte da quando è all’Inter ha già totalizzato la bellezza di 12 turni di squalifica. Non un novello, quindi. Le circostanze dell’accaduto, però, potrebbero far si che il giocatore carioca possa beneficiare di uno sconto dalla disciplinare. Ma non basta. L’assenza del brasiliano per almeno 2-3 turni mette in guardia Mancini, mettendolo di fronte a una scelta tattica saggia e immediata in vista delle prossime impegnative gare: un rilancio in pianta stabile di Vidic centrale o il ricorso al mercato di riparazione anche per il reparto arretrato? Col Genoa, domenica prossima sarà emergenza difesa anche per la concomitante assenza di capitan Ranocchia. Con i giocatori a disposizione non si può fantasticare più di tanto. O, adatti Campagnaro in aggiunta al serbo, oppure ti affidi nuovamente ad Andreolli, rinforzando la linea mediana per dare maggior sicurezza ai terzini. Ergo, con il Genoa dell’ex Gasperini c’è poco da stare tranquilli. In conclusione, per tornare grande nell’immediato, l’Inter deve solo rinforzarsi con quel che passa il convento in attesa di fare sul serio in estate. Lavorare, lavorare e poi ancora lavorare a testa bassa, mettere da parte le polemiche e le bizzarrie di qualche giocatore e rigare dritto. C’è l’Europa League da vincere per tornare nell’Europa delle grandi, o si fa quadrato tutti insieme o si resta nell’anonimato ..e questo non ci piace!
Scritto da Filippo Rattile
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