Insediatosi sulla panchina nerazzurra il 14
novembre scorso, Roberto Mancini nella sua avventurata 2.0 ha ereditato una
situazione poco lineare della cui si è rimediato solo tardivamente per la
chiara esigenza di voltare pagina. Se è vero che vale il detto che le squadre
si costruiscono in estate e non durante il mercato di riparazione, allora è
assolutamente plausibile il fatto che un certo Mazzarri abbia determinato i
maggiori danni costruendo la squadra in maniera scriteriata. L’aver corretto il
tiro tardivamente lascia presagire che l’attuale stagione possa essere di
transizione, magari provando ugualmente a portare a casa l’ambito trofeo
continentale, che altri non è che l’unico pass capace di aprire la porta dei
preliminari della prossima Champions: difficile ma non impossibile. Ma,
passiamo ora in visione l’attuale situazione con una sorta di inventario…
LIMONATA CHA CHA CHA
Basterà il più dei naturali rimedi per far passare
certi mal di pancia?! Mah, se per limonata intendiamo uno stipendio più che
raddoppiato potremmo forse lenire il fastidio che affligge Maurito e il suo
procuratore Abian Morano. Icardi, a ben vedere il vice cannoniere del
campionato con 13 centri, oltre che un dato anagrafico tutto a proprio
vantaggio sente forte il desiderio di monetizzare la sua reale quotazione. E
come dargli torto visto che guadagna molto meno di tanti suoi compagni di
squadra. In questo specifico contesto non c’è congettura economica che tenga;
qui, o si adeguano i compensi a chi merita o si finisce per vederli partire
verso altri lidi (estero). La sensazione forte è che ci sia un rischioso
margine che possa essere ceduto a luglio. Gli estimatori non mancano: Chelsea, Manchester
United e Paris St. Germain su tutti. Lui funziona, anche se non esulta quando
segna, ma questo è dovuto a ben altro e non certo ai mal di pancia.
FC INTERIC
C’erano già, Handanovic, Kovacic, Kuzmanovic e
Vidic, tutti più o meno balcanici, tutti più o meno decisivi alla causa
nerazzurra. Per uno sloveno che parte (Khrin), uno che resta (Samir), uno in
transito (Belec), due serbi dalle alterne fortune, vedi alla voce Kuz e Vidic,
Marcelo Brozovic è andato a infoltire la colonia croata (Mateo) finendo per
diventare suo compagno di squadra anche di club. In funzione al loro
rendimento, pur non sempre costante, il solo portiere di Lubiana mantiene la
media voto più apprezzabile. Poche e rare le flessioni negative per il
guardiano della porta interista. Di diverso tenore il rendimento degli altri ex
jugoslavi: Vidic prima dell’arrivo del Mancio era un desaparecido già col
trolley pronto e un biglietto aereo di ritorno per la Premier League ,
salvo poi veder partire l’ex tecnico toscano. Più o meno similare la posizione
di Kuzmanovic; l’ex viola gode della stima dell’allenatore jesino e, seppur non
un fulmine di guerra, appare utile e impiegabile per la sua duttilità e per l’esperienza
internazionale maturata. Diverso il discorso per Mateo. Il ventenne nato
curiosamente in Austria, dove ha mosso i suoi primi passi da calciatore, vive
momenti di gloria e momenti in cui si eclissa dietro a probabili alibi dettati
dal dato anagrafico. Se lui stesso ha scelto un certo numero di maglia, ambita
e scomodissima numero 10, ci sarà pure una ragione. Il ragazzo ha carattere e
dovrebbe una volta per tutte aiutare anch’esso il proprio allenatore a scoprire
la sua vera collocazione in campo. Noi lo vediamo più come play alla Pirlo che trequartista.
L’arrivo del suo connazionale avente medesimo ruolo non facilità la soluzione
di questo rebus.
PASTA DEL CAPITANO
Resta da capire di che “pasta” è fatto l’attuale
capitano Ranocchia e soprattutto il suo vice, il samurai di Saijo. Il centrale
di Assisi lamenta ancora i postumi di un colpo rimediato durante la trasferta
di Empoli, tanto che le fasce colorate di kenesio taping continuano a fargli
compagnia da allora. Alla pessima prestazione di Coppa Italia ha fatto seguito
una ben più rassicurante nell’ultima di campionato col Palermo che perlomeno
lascia intravvedere una certa ripresa a livelli più che accettabili. Per il
laterale nipponico, inceve, non giungono notizie positive. L’elongazione
muscolare alla gamba destra è più grave del previsto, tanto che lo staff medico
ha sentenziato un rientro in campo solo per la metà di aprile. L’infortunio di
Yuto fa il paio con quelli simili occorsi a D’Ambrosio e Andreolli (i due
italiani potrebbero rientrare solo nell’ultima settimana di febbraio). Questo
quadro negativo che vede falcidiata la difesa potrebbe obbligare l’enturage
tecnico ad attingere un nuovo elemento dalle liste dei senza contratto. In tal
merito s’avanza l’ipotesi di tesserare Christian Lell, trentenne tedesco
svincolatosi dal Bayern di Monaco con le ultime due stagione giocate nel
Levante nella Liga Spagnola. Alternativa il coetaneo italo-brasiliano Felipe
che ha recentemente rescisso dal Parma.
CILE TEMPESTOSE
Parafrasando col titolo del romanzo di Emily
Bronte, il quale ispirò poi l’omonimo film, dove Cile sta per “cime” e non
certo di rapa ma di alte colline, il nostro Gary Medel di “cime” ne sa’ eccome;
basta ammirare le vette andine della sua madre patria. Il mediano di Santiago è
fra quei giocatori nerazzurri a mantenere una certa costanza nel rendimento.
Per la verità, c’è chi da lui s’aspettava anche ben altro, come voler
sottolineare che sovente le aspettative ingannano il reale valore tradotto sul
campo. Noi siamo fra quelli che continuano a stimarlo e a credere che col tempo
non potrà che diventare sempre più uno dei punti cardini della squadra. Se
fotografiamo la gara stravinta col Palermo e le manovre intraprese nel reparto
di centrocampo, avremmo un quadro in cui vorremmo che gli attimi non fossero
semplicemente immortalati e fini a se stessi, ma mantenuti e replicati nel
tempo. Brozovic-Medel-Guarin è stato un trio incantevole, fermo restando la
tenuta psicofisica costante e alle alternative, tali e tante anche per un
centrocampo finalmente schierato a tre.
CAPITAN FUTURO
Fra coloro che, più o meno, mantengono alta la
concentrazione vi collochiamo Juan Jesus. JJ ci sembra il prototipo del
capitano ideale per l’immediato futuro; uno che ci mette sempre intensità, un
giocatore che a ben guardare potrebbe vestire presto i panni (comunque scomodi)
di capitan Zanetti. Il centrale di Belo Horizonte per il terzo anno in
nerazzurro sta crescendo stagione dopo stagione, acquisendo quella sicurezza
che pochi difensori interisti attualmente possiedono. Juan come Javier, d’altronde
le iniziali sono le medesime; ma chissà quanto potrà pesare quella fascia al
braccio una volta indossata, ne sanno qualcosa Yuto, Andrea, Fredy e Marco che
hanno provato a incarnare le gesta dell’attuale vice Presidente. Se il
brasiliano è tra quelli che stanno funzionando, se non ancora al 100%, ma che
da almeno garanzie, anche i vari D’Ambriosio, Hernanes (non ancora al top l’ex
laziale) ed in parte lo stesso Andreolli possono essere classificati alla voce
“utili”. Di diverso aspetto è la situazione legata a Dodo, a Palacio, a Obi a
Podolski e a Jonathan, sempre più oggetto misterioso. Il giovane fluidificante
in prestito dalla Roma potrebbe non essere riscattato. Il brasiliano alterna
cose apprezzabili a giocate inguardabili. Dalla sua parte vi è senz’altro
l’aspetto legato alla sua giovanissima età. Involuzionati ci sembrano invece
Obi e Palacio. Se per il “Trenza” l’alibi principale è il guaio alla caviglia,
per il laterale di Lagos possiamo avanzare l’ipotesi dello scarso minutaggio.
Joel ha raddrizzato un derby che sembrava mestamente perso alla sua prima del
Mancio/bis, salvo poi scomparire quasi del tutto. Il tecnico lo ha provato
fluidificante, ma la fase difensiva non è nelle corte del centrocampista
nigeriano. Vorremmo spezzare una lancia in favore di Campagnaro, di Donkor,
Bonazzoli, di Carrizo e Puscas: tutti questi effettivi corrono ugualmente e si
allenano per non farsi mai trovare impreparati. Torneranno utili un po’ alla
volta per rimpiazzare quelli che per il momento sembrano imprescindibili, senza
trascurare il fatto che in molte altre formazioni di serie A sarebbe chi più
chi meno dei titolari. Capitolo Poldy: lui è fra quelli che iniziano a far preoccupare.
Il tedesco non è stato inserito nella lista Uefa e non lo si è visto più ne in
Coppa Italia e ne in campionato. Se non è una parziale bocciatura cos’altro come
volerla chiamare? Aspettiamolo con impazienza. L’Inter avrà bisogno anche del
suo apporto.
DITUTTODIPIU’
Usato come nuovo, ma con garanzia. Dal mercato
invernale è arrivata gente abbastanza motivata, compreso un cavallo di ritorno.
Lo stesso Podolski per dimostrare di essere ancora un top player; Shaqiri per
farsi rimpiangere da Guardiola e Santon per ribadire che era e resta nerazzurro
nel dna. Positivi gli arrivi di questi ultimi ai quali si aggiunge il più che
promettente Brozovic. La punta d’origini polacche ci sta facendo ricredere dopo
i facili entusiasmi di gennaio. Come anticipato, se il forte laterale tedesco è
stato lasciato partire senza tanti ripensamenti dai Gunners una qualche ragione
c’è. Non avendolo inserito nella lista dell’Europa League (era già stato
concordato fra l’allenatore e il giocatore preventivamente) non convince la
critica, tanto da non trovare collocazione nemmeno in campionato oltre a non averlo
impiegato neanche nel quarto di Coppa Italia. La provvisoria bocciatura
manciniana potrebbe essere l’ipotesi più plausibile, in attesa di riaverlo
motivato e utile alla causa.
Scritto da Filippo Rattile
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