Conoscendo
bene Mancini, mi verrebbe da pensare che, se ha accettato la sfida di
rilanciare la Beneamata
nella sua avventura 2.0, è perché ha una qualche impressione di riuscire a
costruire, nel tempo, una grande Inter. L’Inter Football Club ha si bisogno
dell’indispensabile lavoro del Mancio, ma ha necessità di mettere mano al
portafoglio, ed anche in maniera massiccia. Per provare ad accorciare il gap
che ci divide dalle due formazioni di testa, inutile citarle, nell’immediato
necessita molta lungimiranza, chiarezza e unità d’intenti. Dal mercato di
gennaio i tifosi si aspettano tanto (in qualità) e, non è detto che non possano
essere accontentati. Lo stesso tecnico jesino ha chiesto determinati giocatori
che possano far migliorare il rendimento dell’attuale squadra, al momento
deficitaria. Inutile negarlo; la situazione trovata da Mancini al suo arrivo nel
dopo Mazzarri è pari quasi a un disastro. Giocatori demotivati; infortunati e
svalutati. A tutto questo si aggiunge anche il fatidico fair play finanziario
che suona tanto come un freno per i sogni dei tifosi. In barba a questa
situazione, Erick Thohir e tutto l’enturage è chiamato a rimpolpare le
ambizioni attraverso determinati investimenti.
NOMI
A VALANGA, QUALCHE CERTEZZA E TANTO LAVORO DA FARE
Potrebbero
si arrivare calciatori con varie formule alternative nell’immediato (specie
Cerci e Kolarov), ma sarà necessario una ricapitalizzazione sociale entro la prossima
estate per gettare le basi per un ritorno dell’Inter in grande stile. Intanto, la
squadra andrebbe rinforzata per provare a conquistare l’Europa League
(s’intende il trofeo 2014-2015) per centrare l’agognata qualificazione ai
preliminari di Champions. Non sarà un gioco da ragazzi, anche perché c’è tanto
da ricostruire già a partire dalla sessione di mercato invernale. Liberasi di
un paio di equivoci tattici (vedi centrocampista colombiano) avulso da
qualsiasi schema e da qualsiasi progetto, e provare a scrollarsi di dosso
l’etichetta di nobile decaduta. Bene ha fatto Thohir a privarsi di tutti i
reduci del “triplete”; il passato tanto non torna. Costruire già
nell’immediato, cercando poi di non ripetere gli errori fatti in sede di
mercato estivo, ma tirare fuori tutti quei danèr (non pochi) necessari per ricostruire
e competere almeno in Italia con le più forti. Roberto Mancini ha stilato la sua
lista della spesa , i giornalisti ci hanno aggiunto molto anche di loro, com’è
ovvio che sia. Per ora ci si sofferma però sul mercato realistico, ossia quello
del Mancio-pensiero. Andiamo per gradi: il tecnico marchigiano vuole due ali
dinamiche. L’idea di insistere con Kovacic punta esterna non sembra essere
convincente. Pronti, dunque, i nomi di Cerci e Lavezzi per queste fasi. Meno
realistico l’arrivo del Pocho; molto più probabile l’ex granata. Se all’ala di
Velletri si chiede di volare su una determinata fascia, sull’atra, Mancini, chiede
altrettanto di fare a Palacio. Qualche ritocchino anche a centrocampo. Il nome
più gettonato è quello di Kolarov, un esterno anch’egli già alle dipendenze del
tecnico nel Manchester City. La maggiore nota dolens tocca al reparto
difensivo. Si attende il rientro di Vidic e, forse, un paio di nuove pedine in
entrata. Per avvalorare la tesi, occorre battere la concorrenza della Roma per
rivedere in nerazzurro Rolando, e sarà obbligatorio valutare le condizioni di
Jonathan dopo il lungo stop per infortunio. Le alternative già in organico non
sono molte. Lo stesso Nagatomo ha subito la lussazione alla spalla in coppa, e
perché resterebbe al momento lo stesso D’Ambrosio con Campagnaro dato in uscita.
Contro la Roma ,
un po’ tutto il reparto arretrato è andato in affanno: con un Juan Jesus
irritante e un Ranocchia discontinuo. Di buono (quel poco) c’è nell’averci
almeno provato (la Roma
ha di fatto subito le sue prime ed uniche reti in campionato all’Olimpico dai
nerazzurri); ma oltre a questo dato statistico non possiamo affermare che sia
stata un’Inter catastrofica, perché i maggiori miglioramenti si sono avuti soprattutto
da una certa linea in su.
CONSIGLI
PER GLI ACQUISTI
Non
è strettamente necessario che Ausilio prenda nota. Al “club” dei malati di
calciomercato, specie quello virtuale mi ci iscrivo anch’io. Ed ecco scatenarmi
in un fantamercato tutto a tinte nerazzurre: Vanno bene certi nomi dati in
arrivo (Cerci-Kolarov), ma andrebbero anche altrettanto a genio degli altri.
Partiamo dal dictat “no alle rivoluzioni radicali”, almeno non a gennaio. In
questa fase, suppongo, servono pochi innesti e tutti di qualità. La linea
terzina ritornata a 4 non ha bisogno di una rivoluzione, ma di tempo. Per
qualche ritocco invernale, il suggerimento potrebbe venire da una pedina da
scegliersi fra un ristretto ventaglio di nomi (Regini-Balanta-Rolando-Nastasic).
Il primo, 24enne romagnolo in forza alla Samp sarebbe anche un investimento in
prospettiva futura; come lo stesso centrale Eder Balanta. 22 anni a febbraio,
il roccioso difensore colombiano, di piede sinistro naturale, potrebbe
ricoprire anche il ruolo di fluidificante nel caso in cui per Dodò non si
riuscisse a trovare l’accordo per il riscatto. Usato sicuro, per insistere su di
un nome, ovvero ancora una volta quello di Jorge Pires Rolando; mezza stagione
in nerazzurro lo scorso anno. Anche se per lui c’è da battere la concorrenza
della Roma. Sull’ultimo nome fatto, Nastasic del City, si rischia di innescare
una vera e propria staffetta col suo connazionale Vidic che non ha reso come
nelle attese. Ma, giudiziosamente sarebbe opportuno tenersi Nemanja. Per il
centrocampo, ci si accoda su una tentazione balenata già da mesi: ossia il
blucerchiato Soriano, italiano ma nativo di Germania, già apprezzato dal ct
Antonio Conte. E, solo per il gusto di fantasticare, inserirei un altro po’ di
nomi, anche in vista di due pedine in uscita (Guarin, per evidente
incompatibilità), e per mancanza di spazio Renè Khrin (lo segue l’Empoli).
Numericamente sarebbe giudizioso infoltire il reparto, e perché non farlo con, Leandro
Greco (Genoa), James Milner (Manchester City), in passato già alle dipendenze
del Mancio; oltre allo sloveno Kurtic (Fiorentina) e al transalpino Chantome
(Psg). L’attacco è legato a doppio filo all’intesa Mancini-Icardi. Se le voci
equivoche fossero confermate, Maurito cambierebbe aria già il prossimo giugno.
A gennaio servirebbe qualche laterale già citato (Cerci), ma non sarebbe giusto
abbandonare la pista Borini, e nemmeno quella che porterebbe al rosanero Dybala.
Scritto
da Filippo Rattile
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