Un così tale titolo di testa non l’avevamo mai
pensato, almeno non prima di ieri sera. Altra brutta partita che però non
avremmo meritato di perdere come fu contro i granata a Milano. Di diversa
natura (stavolta l’avversario non ha fatto barricate) quella maturata nel
posticipo della 25^ giornata contro una, non marziana, ma intraprendente
Fiorentina. Guardiamo la classifica e ci accorgiamo dell’enorme peso che hanno
i 6 punti su 6 dei viola conquistai alle spese dei nerazzurri nel doppio
confronto in campionato. Il tutto si traduce in una interessante situazione per
la squadra di Montella che vede ora seri spiragli di Champions, con il Napoli e
addirittura la Roma
a un tiro di schioppo. Diversissima è l’attuale situazione dell’Inter che al
massimo potrà aspirare a una posizione in “EL” fermo restando che l’obbiettivo
principale resta la conquista del trofeo continentale targato 2014-2015. Però,
anche qui dovremo fare i conti con le italiane (la Roma o la stessa Fiorentina, col
Torino e anche Napoli capaci già di batterci). Tutti dati che non sono
puramente statistici ma che pongono l’accento esattamente sui punti dolenti. Le
sconfitte non arrivano quasi mai per caso, perché figlie di una serie di errori
commessi lungo il tragitto. Ieri sera, ad esempio, esente da colpe non è
nemmeno il Mancio: come non poter confermare Carrizo tra i pali ben più in
forma del claudicante Handanovic e, come poter insistere su un Podolski
visibilmente avulso da ogni schema e logica, a un Kovacic che alterna cose
buonine a cose irritanti? L’avevamo detto e lo ribadiamo, l’Inter di quest’anno
vivrà alti e bassi sino al termine delle due competizioni; ma per assurdo
potrebbe presto diventare un punto a nostro favore se si riuscirà a far leva
sull’orgoglio del collettivo. Un’altra strampalata stagione calcistica
l’abbiamo già vissuta nel 93/94, con un altrettanto avvicendamento in panchina
(Marini per Bagnoli) e con la conquista del medesimo trofeo, che stavolta ha un
peso specifico ancor più rilevante. La costruzione vera e definitiva passerà
necessariamente dal prossimo mercato estivo. Non possiamo non avallare le possibilissime
prossime partenze dei vari, Podolski, Campanaro, Dodò, Kuzmanovic, Nagatomo e
forse anche di Ranocchia e Kovacic, in cambio di gente di diverso spessore e carattere.
E’ innegabile, serve gente che non si senta arrivata quando si giunge a vestire
la casacca dell’Inter. Serve gente con le “palle”, e servono veri investimenti
e programmi da grande squadra. Roberto Mancini era e resta la figura ideale che
incarna la doppia veste di tecnico-manager alla Ferguson; non sprechiamo questa
grande risorsa, non sprechiamo questa grande possibilità.
Scritto
da Filippo Rattile
Foto: www.inter-news.it
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