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lunedì 1 dicembre 2014

A CIRCA UN MESE DALLA RIAPERTURA DELLE LISTE DI TRASFERIMENTO, TRACCIAMO UN PRIMO BILANCIO IN SERIE A

Il massimo campionato italiano vira a circa un terzo del suo cammino, con la sensazione che vede profilarsi un testa a testa fra capitolini e campioni in carica. Ripercorriamo in sintesi, con un’analisi quanto più obiettiva possibile, il cammino e l’attuale situazione.

L’A1 MARZIANA
Non si tratta, certo, di un’autostrada costruita sul pianeta rosso, ma del torneo ristrettissimo al quale sono iscritte due sole formazioni: Juventus e Roma. Più lontana d’essere considerata terrestre lo è senza dubbio più la squadra di Massimiliano Allegri, rispetto a quella di Garcia, battuta, seppur con polemiche al seguito, dalla truppa bianconera a Torino. Pur con qualche riserva iniziale, l’arrivo del tecnico livornese alla corte degli eredi Agnelli, sta via-via sbalordendo anche i più scettici. A ben guardare i numeri dei bianconeri, appaiono ancor più forti rispetto all’ultima gestione “contiana”. Forse, nemmeno lo stesso CT azzurro si sarebbe immaginato che il suo successore potesse eguagliarlo. Grazie, comunque, alla forza della stessa Roma, guidata per il secondo anno di fila dal tecnico franco-iberico, il campionato assapora un ingrediente fondamentale ai fini dello spettacolo, la sana concorrenza. Senza l’attuale seconda forza del torneo staremmo qui a parlare di campionato piatto e fronzoli vari. E’ pur vero che l’attuale serie A non ha più il fascino di quella di 10 o più stagioni fa, ma, per merito delle due compagini “marziane” mantiene vivo un certo entusiasmo.

FUORI LE “TERZE”
Tranne clamorose sorprese, le prime due piazze del massimo torneo dovrebbero giocoforza essere ad appannaggio delle due suddette. Ragion per cui, le altre nobili si vedranno costrette a centrare l’Europa passando da un ingresso secondario. Napoli, Inter, Milan, Lazio, Fiorentina, Genoa, Udinese e Sampdoria ci provano. Anche il Torino stesso, impegnato nell’attuale Europa League spera di fare il colpaccio vincendo la competizione (quasi un sogno, a ben guardare) per iscriversi al prossimo preliminare di Champions. Medesimo discorso vale per gli stessi nerazzurri, per il Napoli e la Fiorentina impegnate nell’attuale competizione Uefa. Dal Napoli in giù, sino a metà classifica, il campionato rischia un certo appiattimento tecnico. Veri e propri top players se ne vedono sempre meno, con ripercussioni negative sullo spessore tecnico generale. La prossima finestra invernale di mercato potrebbe (in parte) restituire il sorriso a certe nobili decadute, nella speranza di far elevare il tasso qualitativo a beneficio dello spettacolo.

NUOVA ZEMANLANDIA, I MUSSI VOLANTI E UN PARMA COTTO
Nella parte meno blasonata della classifica, fra lotte senza quartiere e compagini in cerca di un serio rilancio nel calcio che conta, non può essere tralasciata la piccante presenza di Zdenek Zeman. Amato oppure odiato (quasi) senza mezze misure il tecnico boemo continua a far parlare di se e del suo Cagliari, sempre e comunque col suo unico credo calcistico: un gioco a trazione anteriore, tutto movimento e spettacolo. Non porterà coppe o titoli vari, come ci insegna la storia guardando il suo curriculum, ma l’ex tecnico capitolino e foggiano non ha smesso di entusiasmare, soprattutto i suoi aficionados. Il Cagliari, come tutte le precedenti squadre di Zeman, segna molto e subisce tanto, ma intanto diverte le platee. Dalle sabbie mobili dei quartieri bassi della serie A, cercano di tirarsi fuori i granata di mister Ventura. Dopo aver rinunciato alla coppia di gemelli del gol “Cerci-Immobile”, il Torino si ritrova ad inventarsene una nuova. Senza un attacco ispirato come quello della scorsa stagione sarà un serio rischio stazionare nell’attuale posizione. Un tempo, i sostenitori scaligeri di ambedue le compagini calcistiche misero su una sorta di leggenda legata una scommessa: avrebbero visto un derby di serie A Hellas-Chievo, solo quando nei cieli veronesi si sarebbero visti volare i “mussi”. Dove per “musso” sta per “asino”. Ebbene, tredici anni fa (18-11-2001) andò in scena la prima storica stracittadina veronese in serie A. Fu il giorno in cui la profezia trovava realizzazione.
Le due squadre scaligere, totalizzano attualmente un’esiguità di punti (23) specie per via dell’avvio molto mediocre dei “mussi”, ma anche per via di una meno brillante Hellas rispetto allo scorso anno.

E chiudiamo l’analisi con le alterne fortune emilane. Si salva da una insufficienza certa il solo Sassuolo di mister Di Francesco, che si ripromettere di compiere l’ennesimo miracolo calcistico. Va decisamente peggio a una delle maggiori protagoniste degli anni 90 e primi anni 2000. A malincuore, il Parma, ha conosciuto un lento ma inesorabile declino dalla bufera giudiziaria piovuta ai danni della Parmalat. Il crac del notissimo marchio, col conseguente dramma in casa Tanzi, ha inciso notevolmente sulle sorti del calcio bianco-scudato. Roberto Donadoni rimane prodigiosamente aggrappato alla panchina gialloblu, forse perché la società non intende avere un altro tecnico su libro paga. L’ex milanista ed ex CT azzurro paga torti che non sono tutti imputabili a lui; anche perché il Parma è una squadra costruita male in sede di mercato, che dopo l’ottimo 6° posto della scorsa stagione ha visto partire gente come, Molinaro, Obi, Saponara, Parolo, Gargano, Amauri e Sansone, anche per via di riscatti o fine prestito. I soli Cassano, Biabiany e De Ceglie non bastano a garantirgli qualità.

Scritto da Filippo Rattile

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